24 Novembre 2009

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Kite-security un articolo interessante

di: Redazione Kitesurfing

Kite – Security

NORME DI COMPORTAMENTO PER UN SICURO KITESURF

Scritto da Franco Russo – Catania

Istruttore IKO di Kitesurf

E’ indispensabile adottare comportamenti corretti per la propria incolumità e per gli altri. Ci sono alcune regole da seguire, ma se non vengono rispettate, le conseguenze possono essere tragiche.

Il miglior modo per capire e iniziare è seguire un corso in una scuola qualificata con istruttori qualificati.

In oltre al termine del corso il novello Kiter deve procedere da solo per migliorarsi, ma sempre in compagnia di altri praticanti esperti, senza sentirsi subito pronto per affrontare i marosi e le bufere.

La prosecuzione autodidattica è:

1.      Perfetto montaggio/assemblaggio del kite

2.      Consolidare le partenze

3.      Perfezionare la conduzione/assetto del corpo

4.      Migliorare/perfezionare la bolina

5.      Iniziare i saltini sul chop

6.      Iniziare la tecnica di salto

7.      Non effettuare il tutto ne troppo lontano ne troppo a riva.

Per praticare il kitesurf per prima cosa occorre essere al corrente in anticipo delle condimeteo che troveremo nello spot scelto, calibrando sia l’attrezzatura da impiegare e soprattutto le nostre capacità sportive e condizioni fisiche. Nel praticarlo bisogna scegliere la zona adatta con condizioni ottimali. Non devono esserci ostacoli sottovento per almeno 500 metri e se si perde il controllo dell’attrezzatura si deve avere lo spazio necessario per gestirne il recupero senza rischiare di arrivare su barche, scogli e pontili.

Lo spot va scelto in base al vento, cercando di avere sempre un vento che soffia quasi parallelo alla spiaggia (side shore), possibilmente con provenienza inclinata di 5°-10° da mare. Questo permette di uscire quasi perpendicolari alla spiaggia e in caso di problemi, di essere ricondotti verso riva piuttosto che al largo. In mancanza di strumenti (la manica a vento e l’anemometro) la direzione e la velocità del vento si possono stimare a vista con semplici metodi. Per la direzione, ove possibile, può essere utile osservare l’andamento del fumo, che rende visibili correnti aeree anche molto deboli, oppure la direzione verso la quale si sposta l’ombra delle nubi basse, la posizione delle bandiere, la direzione verso la quale sono spinte le onde.

Esistono inoltre buoni riferimenti visuali: bandiere, maniche a vento, la sabbia che vola. Oltre a questi tipi di indicazioni, c’è la nostra percezione sensoriale che può migliorare con l’abitudine e diventare molto precisa.

Un metodo semplice per individuare la direzione del vento è: posizionatevi faccia al vento, corpo immobile, girate la testa da destra verso sinistra riducendo l’ampiezza fino ad incontrare la stessa sensazione tattile del vento sulle due orecchie. Quando sentite la stessa cosa dai due lati, siete proprio faccia al vento.

Evitate i venti off shore (da terra) o on shore (da mare), sopratutto durante l’apprendimento.

Il vento che soffia da terra (off shore) deve essere assolutamente evitato. Gli esperti riescono a risalire il vento in andature di bolina molto stretta, ma se per caso il vento diminuisse di intensità si

troverebbero anche loro in difficoltà e di conseguenza andrebbero sempre più al largo. Il vento da mare (on shore) è sconsigliato, perché in caso di problemi si finirebbe subito sulla spiaggia.

In alcune zone poi le correnti possono essere pericolose perché portano verso il largo, vanno evitate. Oltre agli ostacoli fissi bisogna tenere presente anche i bagnanti, la legislazione nazionale ci impone una distanza di 200 metri dai bagnanti, in realtà la sicurezza la raggiungiamo solo con 500 metri.

Il kite fuori controllo può farci percorrere 200 metri in 15-25 secondi a seconda del vento e considerando che ci precede già di circa 30 metri, si capisce come sia facile coinvolgere un bagnante tragicamente.

Trovato lo spot giusto, possibilmente raccogliendo anche informazioni presso chi lo frequenta abitualmente (i cosiddetti Local)  dobbiamo considerare che tipo di vento sta soffiando.

Intervistare i local serve soprattutto per sapere se lo spot ha delle insidie nascoste per esempio: basso fondale, mutamenti improvvisi di direzione del vento, passaggio di grossi natanti ecc.

Oppure limitazioni da parte delle autorità marittime ed altro ancora da conoscere per la sicurezza della nostra uscita in kitesurf.

Non uscire  mai con queste condizioni:

a)      Vento molto instabile con forti raffiche

b)     Vento da terra

c)      Inizio di pioggia e cattivo tempo, cielo nero e nuvoloso

d)     Tuoni e fulmini

e)      Mare molto mosso, onde grandi che non sapremo affrontare.

 Se il vento è scatenato dalla presenza di una perturbazione atmosferica che è accompagnata solitamente da lampi, tuoni, fulmini, scrosci d’acqua e che può assumere aspetti violenti è meglio evitare, sia per l’incostanza dell’intensità, sia per l’imprevedibilità del fenomeno. E’ meglio scegliere venti che soffiano per differenze di pressione su vasta scala, con caratteristica di costanza.

I venti tipici del mar Mediterraneo Italiano sono: lo Scirocco, il Maestrale, il Libeccio, la Bora, il Grecale, la Tramontana e l’Ostro. 

 ramontana, è il vento del nord che proviene dalle regioni polari, è freddo e umido in Germania mentre è freddissimo e secco nelle regioni italiane.

Il Greco, è il vento di nord-est ed è un tipico vento invernale; è freddo e asciutto e deve il suo nome al fatto che gli antichi navigatori del Mediterraneo centrale ritenevano che provenisse dalla Grecia.

Il Levante, è il vento dell’ested è un tipico vento invernale che nel Mediterraneo è accompagnato da pioggia e tempesta.

Lo Scirocco, è il vento di sud-est, proviene dal deserto del Sahara e in origine è secco e infuocato; attraversando il Mediterraneo, però, si carica d’umidità e nelle regioni italiane spira come un vento caldo umido apportatore di piogge e nebbie.

L’Austro od Ostro, è il vento del sud ed è apportatore di piogge e tempeste; deriva il suo nome da auster che era il nome latino del vento che gli stessi romani chiamavano anche nothus.

Il Libeccio, è il vento di sud-ovest che i Romani chiamavano africo o ponente iemale; spira dalla Libia e venne così chiamato all’epoca delle Repubbliche marinare. E’ generalmente vento di tempesta.

Il Ponente, è il vento dell’ovest; è un vento tipico che spira nel periodo estivo sulle coste laziali ed è originato dal diverso riscaldamento della terra e del mare. Esso penetra nella terraferma fino a Roma determinando una gradevole frescura; a Roma viene chiamato Ponentino. Gli antichi Romani lo chiamavano Favonio o Zefiro.

Il Maestrale o Maestro, è il vento di nord-ovestche i Romani chiamavano Chorus o Circius; insieme al Libeccio è tipico del Mediterraneo centrale, spira ad una velocità che può superare i 120 km orari; è asciutto ed è un vento di burrasca soprattutto sulla Sardegna e sulla Corsica. E’ il vento più impetuoso e annuncia l’inverno.

Un’ottima scelta sono le brezze termiche che soffiano di giorno lungo le coste, sono venti solitamente costanti e comunque molto prevedibili, hanno un intensità intorno ai 15/18 nodi.

La consultazione dei servizi meteorologici non è sempre attendibile sul Mediterraneo, a causa della complessità morfologica della regione, ma aiuta decisamente a capire quale sarà l’evoluzione.

Oltre alle previsioni del vento bisogna consultare anche le previsioni del tempo. La possibilità di temporali anche non nelle immediate vicinanze, potrebbe cambiare improvvisamente la situazione, variando la direzione e l’intensità del vento.

Controllate, con l’uso dell’anemometro, che il vento non sia troppo rafficato (escursioni di vento superiori a 5-10 nodi), eventualmente desistete da entrare in acqua, inoltre la falsa misura dell’intensità del vento rende problematica la scelta della misura dell’ala. Con vento a raffiche è a terra che si creano maggiormente le situazioni di forte pericolo nella gestione del kite.

Dunque controllate sempre le previsioni meteo e tenete d’occhio i cambiamenti del tempo mentre navigate, specie nei periodi autunno/inverno, non sottovalutate mai l’evolversi delle condizioni meteorologiche.

Quando vedete nuvole scure all’orizzonte o in zona uscite subito dall’acqua e calate la vostra ala.

Quando i local escono dal mare vuol dire che c’è qualcosa che sta mutando, imitateli !!

Le condizioni ideali per praticare kitesurf sono quelle in cui il vento soffia leggermente inclinato dal mare verso terra (side on shore): in questa situazione anche se dovessimo perdere la tavola o rimanere a mollo con la vela in acqua, il vento stesso ci riporterà verso terra.

L’intensità del vento (espressa in nodi, Km/h, Mph, m/s) ci dà la forza con cui esso pressa sulla nostra ala, esiste un equazione: “Le superfici delle ali sono inversamente proporzionali alla forza del vento” come dire che a forte vento corrisponde una la piccola, sotto una tabella esplicativa:

Misura Kite Range di Vento in nodi
6.0 mt 18 – 38
7.0 mt 17 – 36
8.0 mt 16 – 34
9.0 mt 15 – 32
10 mt 14 – 30
11 mt 13 – 28
12 mt 12 – 26
14 mt 11 – 24
16 mt 10 – 21

WIND RANGE per un rider di 75 kg.

Anche il vento parallelo alla spiaggia (side shore) è una buona condizione per le nostre uscite. In questo caso però dobbiamo tener conto che se la vela ci dovesse cadere e non fossimo in grado di farla ripartire, il vento tenderebbe a trascinarci parallelamente alla spiaggia: per rientrare a terra dobbiamo quindi mantenerci abbastanza vicini alla costa e conoscere le basilari tecniche di auto-salvataggio (self rescue).

E’ possibile trovare turbolenze del vento nelle fasi di partenza da terra se lungo la spiaggia ci sono grossi ostacoli (scogliere, alberi, edifici…).

Il vento che soffia leggermente inclinato da terra verso il mare (side off) tende a portarci al largo: possiamo avventurarci in acqua se ci troviamo in un golfo e siamo quindi sicuri di raggiungere comunque terra, o se siamo assistiti da un mezzo di recupero.

Con vento che viene a 90° da mare verso terra (on shore) è necessario essere molto tecnici e saper bolinare: calcoliamo inoltre che fin quando non ci saremo allontanati abbastanza, il nostro kite volerà sulla spiaggia, che in questo caso dovrà essere assolutamente deserta e priva di ostacoli.

E’ assolutamente vietato entrare in acqua con il vento che soffia da terra verso il mare (off shore) se non abbiamo un mezzo di recupero.

Una volta nella situazione ottimale diventano fondamentali per la sicurezza i comportamenti del kitesurfer. La prima cosa da fare è montare l’attrezzatura correttamente e farlo da soli nelle fasi critiche per essere sicuri di come è assemblata.

Per praticare il kitesurf bisogna indossare il giubbotto di salvataggio, utilizzare un kite con il dispositivo di sgancio rapido di serie non modificato, avere un sistema di leash che in caso di sgancio di emergenza vincoli al trapezio l’aquilone, portare un casco nelle zone in cui la capitaneria locale lo richieda e in situazioni critiche.

Il kite, deve essere lanciato dal lato dell’acqua, in assenza di ostacoli o persone sottovento per almeno il doppio della distanza dei cavi, una volta lanciato il kite non deve essere tenuto a ore 12:00, ma basso nel lato di mura in zona neutra.  

Una volta atterrato il kite devono essere sganciate le linee da un lato e avvolte sulla barra.

Non si può navigare intorno a natanti, barche, navi ecc. Bisogna, mantenere una distanza di 200 metri da natanti, barche, navi, e mantenere 500 metri dall’imboccatura dei porti e dalle zone di attracco.

Il kitesurf si può praticare in zone dove non è prevista la balneazione o a 200 metri da riva ove sia presente la balneazione, arrivando a tale distanza attraverso un apposito corridoio di lancio autorizzato (ove è presente).

Il kite si può alzare solo nelle aree in cui non sia presente la balneazione. Per la legge un bagnante è colui che nuota o è presente sulla spiaggia. In caso di presenza di bagnanti, anche in zone ove sia vietata la balneazione, bisogna tenere la distanza di 200 metri da riva e di 60 metri dal bagnante.

In caso di emergenza azionare il dispositivo di sgancio rapido in dotazione al kite. In caso le linee siano arrotolate intorno al corpo a agli arti propri o di altri e si intuisca la ripartenza del kite non potendo azionare il dispositivo di sgancio rapido, tagliare le linee con il taglia scotte (alcuni sono di dotazione al trapezio).  

Norme di Precedenza

Andature

1. In caso di incrocio tra imbarcazioni a vela, windsurf o kite ha la precedenza chi procede mure a destra; per i kite navigare con le mure a destra significa procedere con la mano destra avanti stando spalle al vento.

Se si incrociano due kitesurfer di cui uno mura a dritta (mano destra avanti) e uno mura a sinistra (mano sinistra avanti) il kitesurfer con la mano sinistra avanti alzerà il kite a mezzogiorno per fare passare il kitesurfer che procede mura a dritta.

2. Chi rientra in un canale di lancio ha la precedenza su chi vuole uscire.

3. Chi si trova sottovento ha la precedenza, perché non può vedere chi sta alle spalle. Ne consegue che chi si trova sopravento deve dare la precedenza perché ha una visione completa della situazione.

4. Chi procede mura a dritta ha la precedenza anche se si trova sopravento.

5. Dare la precedenza significa rallentare o fermarsi per agevolare senza essere d’intralcio al transito di chi arriva.

6. Chi sorpassa deve passare sopravento.

Vige sempre la regola del buonsenso ed educazione.

Imbarcazioni

Salvo diverse disposizioni delle autorità locali:

1. Le barche a remi hanno la precedenza sui kitesurf

2. Le barche a vela hanno la precedenza sulle barche a motore

3. Le barche di linea hanno la precedenza su tutti, tranne i mezzi di soccorso.

Per ulteriori approfondimenti : clicca su more info

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di: Redazione Kitesurfing

Kite – Security

NORME DI COMPORTAMENTO PER UN SICURO KITESURF

Scritto da Franco Russo – Catania

Istruttore IKO di Kitesurf

E’ indispensabile adottare comportamenti corretti per la propria incolumità e per gli altri. Ci sono alcune regole da seguire, ma se non vengono rispettate, le conseguenze possono essere tragiche.

Il miglior modo per capire e iniziare è seguire un corso in una scuola qualificata con istruttori qualificati.

In oltre al termine del corso il novello Kiter deve procedere da solo per migliorarsi, ma sempre in compagnia di altri praticanti esperti, senza sentirsi subito pronto per affrontare i marosi e le bufere.

La prosecuzione autodidattica è:

1.      Perfetto montaggio/assemblaggio del kite

2.      Consolidare le partenze

3.      Perfezionare la conduzione/assetto del corpo

4.      Migliorare/perfezionare la bolina

5.      Iniziare i saltini sul chop

6.      Iniziare la tecnica di salto

7.      Non effettuare il tutto ne troppo lontano ne troppo a riva.

Per praticare il kitesurf per prima cosa occorre essere al corrente in anticipo delle condimeteo che troveremo nello spot scelto, calibrando sia l’attrezzatura da impiegare e soprattutto le nostre capacità sportive e condizioni fisiche. Nel praticarlo bisogna scegliere la zona adatta con condizioni ottimali. Non devono esserci ostacoli sottovento per almeno 500 metri e se si perde il controllo dell’attrezzatura si deve avere lo spazio necessario per gestirne il recupero senza rischiare di arrivare su barche, scogli e pontili.

Lo spot va scelto in base al vento, cercando di avere sempre un vento che soffia quasi parallelo alla spiaggia (side shore), possibilmente con provenienza inclinata di 5°-10° da mare. Questo permette di uscire quasi perpendicolari alla spiaggia e in caso di problemi, di essere ricondotti verso riva piuttosto che al largo. In mancanza di strumenti (la manica a vento e l’anemometro) la direzione e la velocità del vento si possono stimare a vista con semplici metodi. Per la direzione, ove possibile, può essere utile osservare l’andamento del fumo, che rende visibili correnti aeree anche molto deboli, oppure la direzione verso la quale si sposta l’ombra delle nubi basse, la posizione delle bandiere, la direzione verso la quale sono spinte le onde.

Esistono inoltre buoni riferimenti visuali: bandiere, maniche a vento, la sabbia che vola. Oltre a questi tipi di indicazioni, c’è la nostra percezione sensoriale che può migliorare con l’abitudine e diventare molto precisa.

Un metodo semplice per individuare la direzione del vento è: posizionatevi faccia al vento, corpo immobile, girate la testa da destra verso sinistra riducendo l’ampiezza fino ad incontrare la stessa sensazione tattile del vento sulle due orecchie. Quando sentite la stessa cosa dai due lati, siete proprio faccia al vento.

Evitate i venti off shore (da terra) o on shore (da mare), sopratutto durante l’apprendimento.

Il vento che soffia da terra (off shore) deve essere assolutamente evitato. Gli esperti riescono a risalire il vento in andature di bolina molto stretta, ma se per caso il vento diminuisse di intensità si

troverebbero anche loro in difficoltà e di conseguenza andrebbero sempre più al largo. Il vento da mare (on shore) è sconsigliato, perché in caso di problemi si finirebbe subito sulla spiaggia.

In alcune zone poi le correnti possono essere pericolose perché portano verso il largo, vanno evitate. Oltre agli ostacoli fissi bisogna tenere presente anche i bagnanti, la legislazione nazionale ci impone una distanza di 200 metri dai bagnanti, in realtà la sicurezza la raggiungiamo solo con 500 metri.

Il kite fuori controllo può farci percorrere 200 metri in 15-25 secondi a seconda del vento e considerando che ci precede già di circa 30 metri, si capisce come sia facile coinvolgere un bagnante tragicamente.

Trovato lo spot giusto, possibilmente raccogliendo anche informazioni presso chi lo frequenta abitualmente (i cosiddetti Local)  dobbiamo considerare che tipo di vento sta soffiando.

Intervistare i local serve soprattutto per sapere se lo spot ha delle insidie nascoste per esempio: basso fondale, mutamenti improvvisi di direzione del vento, passaggio di grossi natanti ecc.

Oppure limitazioni da parte delle autorità marittime ed altro ancora da conoscere per la sicurezza della nostra uscita in kitesurf.

Non uscire  mai con queste condizioni:

a)      Vento molto instabile con forti raffiche

b)     Vento da terra

c)      Inizio di pioggia e cattivo tempo, cielo nero e nuvoloso

d)     Tuoni e fulmini

e)      Mare molto mosso, onde grandi che non sapremo affrontare.

 Se il vento è scatenato dalla presenza di una perturbazione atmosferica che è accompagnata solitamente da lampi, tuoni, fulmini, scrosci d’acqua e che può assumere aspetti violenti è meglio evitare, sia per l’incostanza dell’intensità, sia per l’imprevedibilità del fenomeno. E’ meglio scegliere venti che soffiano per differenze di pressione su vasta scala, con caratteristica di costanza.

I venti tipici del mar Mediterraneo Italiano sono: lo Scirocco, il Maestrale, il Libeccio, la Bora, il Grecale, la Tramontana e l’Ostro. 

 ramontana, è il vento del nord che proviene dalle regioni polari, è freddo e umido in Germania mentre è freddissimo e secco nelle regioni italiane.

Il Greco, è il vento di nord-est ed è un tipico vento invernale; è freddo e asciutto e deve il suo nome al fatto che gli antichi navigatori del Mediterraneo centrale ritenevano che provenisse dalla Grecia.

Il Levante, è il vento dell’ested è un tipico vento invernale che nel Mediterraneo è accompagnato da pioggia e tempesta.

Lo Scirocco, è il vento di sud-est, proviene dal deserto del Sahara e in origine è secco e infuocato; attraversando il Mediterraneo, però, si carica d’umidità e nelle regioni italiane spira come un vento caldo umido apportatore di piogge e nebbie.

L’Austro od Ostro, è il vento del sud ed è apportatore di piogge e tempeste; deriva il suo nome da auster che era il nome latino del vento che gli stessi romani chiamavano anche nothus.

Il Libeccio, è il vento di sud-ovest che i Romani chiamavano africo o ponente iemale; spira dalla Libia e venne così chiamato all’epoca delle Repubbliche marinare. E’ generalmente vento di tempesta.

Il Ponente, è il vento dell’ovest; è un vento tipico che spira nel periodo estivo sulle coste laziali ed è originato dal diverso riscaldamento della terra e del mare. Esso penetra nella terraferma fino a Roma determinando una gradevole frescura; a Roma viene chiamato Ponentino. Gli antichi Romani lo chiamavano Favonio o Zefiro.

Il Maestrale o Maestro, è il vento di nord-ovestche i Romani chiamavano Chorus o Circius; insieme al Libeccio è tipico del Mediterraneo centrale, spira ad una velocità che può superare i 120 km orari; è asciutto ed è un vento di burrasca soprattutto sulla Sardegna e sulla Corsica. E’ il vento più impetuoso e annuncia l’inverno.

Un’ottima scelta sono le brezze termiche che soffiano di giorno lungo le coste, sono venti solitamente costanti e comunque molto prevedibili, hanno un intensità intorno ai 15/18 nodi.

La consultazione dei servizi meteorologici non è sempre attendibile sul Mediterraneo, a causa della complessità morfologica della regione, ma aiuta decisamente a capire quale sarà l’evoluzione.

Oltre alle previsioni del vento bisogna consultare anche le previsioni del tempo. La possibilità di temporali anche non nelle immediate vicinanze, potrebbe cambiare improvvisamente la situazione, variando la direzione e l’intensità del vento.

Controllate, con l’uso dell’anemometro, che il vento non sia troppo rafficato (escursioni di vento superiori a 5-10 nodi), eventualmente desistete da entrare in acqua, inoltre la falsa misura dell’intensità del vento rende problematica la scelta della misura dell’ala. Con vento a raffiche è a terra che si creano maggiormente le situazioni di forte pericolo nella gestione del kite.

Dunque controllate sempre le previsioni meteo e tenete d’occhio i cambiamenti del tempo mentre navigate, specie nei periodi autunno/inverno, non sottovalutate mai l’evolversi delle condizioni meteorologiche.

Quando vedete nuvole scure all’orizzonte o in zona uscite subito dall’acqua e calate la vostra ala.

Quando i local escono dal mare vuol dire che c’è qualcosa che sta mutando, imitateli !!

Le condizioni ideali per praticare kitesurf sono quelle in cui il vento soffia leggermente inclinato dal mare verso terra (side on shore): in questa situazione anche se dovessimo perdere la tavola o rimanere a mollo con la vela in acqua, il vento stesso ci riporterà verso terra.

L’intensità del vento (espressa in nodi, Km/h, Mph, m/s) ci dà la forza con cui esso pressa sulla nostra ala, esiste un equazione: “Le superfici delle ali sono inversamente proporzionali alla forza del vento” come dire che a forte vento corrisponde una la piccola, sotto una tabella esplicativa:

Misura Kite Range di Vento in nodi
6.0 mt 18 – 38
7.0 mt 17 – 36
8.0 mt 16 – 34
9.0 mt 15 – 32
10 mt 14 – 30
11 mt 13 – 28
12 mt 12 – 26
14 mt 11 – 24
16 mt 10 – 21

WIND RANGE per un rider di 75 kg.

Anche il vento parallelo alla spiaggia (side shore) è una buona condizione per le nostre uscite. In questo caso però dobbiamo tener conto che se la vela ci dovesse cadere e non fossimo in grado di farla ripartire, il vento tenderebbe a trascinarci parallelamente alla spiaggia: per rientrare a terra dobbiamo quindi mantenerci abbastanza vicini alla costa e conoscere le basilari tecniche di auto-salvataggio (self rescue).

E’ possibile trovare turbolenze del vento nelle fasi di partenza da terra se lungo la spiaggia ci sono grossi ostacoli (scogliere, alberi, edifici…).

Il vento che soffia leggermente inclinato da terra verso il mare (side off) tende a portarci al largo: possiamo avventurarci in acqua se ci troviamo in un golfo e siamo quindi sicuri di raggiungere comunque terra, o se siamo assistiti da un mezzo di recupero.

Con vento che viene a 90° da mare verso terra (on shore) è necessario essere molto tecnici e saper bolinare: calcoliamo inoltre che fin quando non ci saremo allontanati abbastanza, il nostro kite volerà sulla spiaggia, che in questo caso dovrà essere assolutamente deserta e priva di ostacoli.

E’ assolutamente vietato entrare in acqua con il vento che soffia da terra verso il mare (off shore) se non abbiamo un mezzo di recupero.

Una volta nella situazione ottimale diventano fondamentali per la sicurezza i comportamenti del kitesurfer. La prima cosa da fare è montare l’attrezzatura correttamente e farlo da soli nelle fasi critiche per essere sicuri di come è assemblata.

Per praticare il kitesurf bisogna indossare il giubbotto di salvataggio, utilizzare un kite con il dispositivo di sgancio rapido di serie non modificato, avere un sistema di leash che in caso di sgancio di emergenza vincoli al trapezio l’aquilone, portare un casco nelle zone in cui la capitaneria locale lo richieda e in situazioni critiche.

Il kite, deve essere lanciato dal lato dell’acqua, in assenza di ostacoli o persone sottovento per almeno il doppio della distanza dei cavi, una volta lanciato il kite non deve essere tenuto a ore 12:00, ma basso nel lato di mura in zona neutra.  

Una volta atterrato il kite devono essere sganciate le linee da un lato e avvolte sulla barra.

Non si può navigare intorno a natanti, barche, navi ecc. Bisogna, mantenere una distanza di 200 metri da natanti, barche, navi, e mantenere 500 metri dall’imboccatura dei porti e dalle zone di attracco.

Il kitesurf si può praticare in zone dove non è prevista la balneazione o a 200 metri da riva ove sia presente la balneazione, arrivando a tale distanza attraverso un apposito corridoio di lancio autorizzato (ove è presente).

Il kite si può alzare solo nelle aree in cui non sia presente la balneazione. Per la legge un bagnante è colui che nuota o è presente sulla spiaggia. In caso di presenza di bagnanti, anche in zone ove sia vietata la balneazione, bisogna tenere la distanza di 200 metri da riva e di 60 metri dal bagnante.

In caso di emergenza azionare il dispositivo di sgancio rapido in dotazione al kite. In caso le linee siano arrotolate intorno al corpo a agli arti propri o di altri e si intuisca la ripartenza del kite non potendo azionare il dispositivo di sgancio rapido, tagliare le linee con il taglia scotte (alcuni sono di dotazione al trapezio).  

Norme di Precedenza

Andature

1. In caso di incrocio tra imbarcazioni a vela, windsurf o kite ha la precedenza chi procede mure a destra; per i kite navigare con le mure a destra significa procedere con la mano destra avanti stando spalle al vento.

Se si incrociano due kitesurfer di cui uno mura a dritta (mano destra avanti) e uno mura a sinistra (mano sinistra avanti) il kitesurfer con la mano sinistra avanti alzerà il kite a mezzogiorno per fare passare il kitesurfer che procede mura a dritta.

2. Chi rientra in un canale di lancio ha la precedenza su chi vuole uscire.

3. Chi si trova sottovento ha la precedenza, perché non può vedere chi sta alle spalle. Ne consegue che chi si trova sopravento deve dare la precedenza perché ha una visione completa della situazione.

4. Chi procede mura a dritta ha la precedenza anche se si trova sopravento.

5. Dare la precedenza significa rallentare o fermarsi per agevolare senza essere d’intralcio al transito di chi arriva.

6. Chi sorpassa deve passare sopravento.

Vige sempre la regola del buonsenso ed educazione.

Imbarcazioni

Salvo diverse disposizioni delle autorità locali:

1. Le barche a remi hanno la precedenza sui kitesurf

2. Le barche a vela hanno la precedenza sulle barche a motore

3. Le barche di linea hanno la precedenza su tutti, tranne i mezzi di soccorso.

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