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Ne avevamo parlato circa un anno fa, quando iniziava a mietere i primi successi.
Ora Erik Volpe, a 17 anni appena compiuti qualcosa in più di una promessa del kitesurf, è tornato a Corato dopo aver ben figurato nel mondiale KPWT che lo ha portato a girare un bel pezzo di mondo.
Il palmares stagionale di questo campioncino è impressionante: piazzamenti sempre tra i primi sei in tutte le tappe del mondiale; 6° posto nell’Over (la somma dei risultati di tutte le discipline); 4° nel Cross Racing (percorso misto); 5° nel Freestyle; 2° nel Freestyle categoria Junior; 9° nel Wave.
Insomma, una stagione da incorniciare.
«Tirando le somme – ci confida Erik – penso proprio di si, soprattutto perchè, trovarsi in finale in Marocco e conquistare il terzo posto nel Cross Racing, che non è proprio la mia specialità, è stato un modo stupendo di concludere un campionato del mondo».
Degli ottimi risultati quindi per un ragazzo che in pratica si allena da solo.
«Sicuramente si potrebbero ottenere risultati più prestigiosi in minor tempo se alle spalle degli atleti italiani – continua – ci fosse una federazione forte come quella francese o spagnola, che io vedo come modelli assoluti, con degli sponsor all’altezza di pubblicizzare questo splendido sport. Purtroppo in Italia si vive di calcio e le altre discipline vivono, chi più chi meno, nell’ombra».
A proposito di sponsor, una stranezza è come nessuna delle aziende locali si sia offerta di sostenere l’unico rappresentante coratino di questo sport.
Per esempio quest’anno siamo stai in Turchia, Francia, Grecia e Brasile dove abbiamo notato si sta creando un vero turismo d’elite intorno al kitesurf».
Nonostante tutto, la marcia di Erik verso i suoi obiettivi procede spedita e le idee per il prossimo futuro sono ben delineate.
«Ora che sono tornato è bene che mi concentri sulla scuola, naturalmente senza tralasciare gli allenamenti dato che per il prossimo mondiale punto al podio».
Considerato il talento già ampiamente dimostrato, la passione e l’umiltà con cui ci ha parlato , siamo sicuri che l’anno prossimo potrebbe essere quello della consacrazione.
Ne avevamo parlato circa un anno fa, quando iniziava a mietere i primi successi.
Ora Erik Volpe, a 17 anni appena compiuti qualcosa in più di una promessa del kitesurf, è tornato a Corato dopo aver ben figurato nel mondiale KPWT che lo ha portato a girare un bel pezzo di mondo.
Il palmares stagionale di questo campioncino è impressionante: piazzamenti sempre tra i primi sei in tutte le tappe del mondiale; 6° posto nell’Over (la somma dei risultati di tutte le discipline); 4° nel Cross Racing (percorso misto); 5° nel Freestyle; 2° nel Freestyle categoria Junior; 9° nel Wave.
Insomma, una stagione da incorniciare.
«Tirando le somme – ci confida Erik – penso proprio di si, soprattutto perchè, trovarsi in finale in Marocco e conquistare il terzo posto nel Cross Racing, che non è proprio la mia specialità, è stato un modo stupendo di concludere un campionato del mondo».
Degli ottimi risultati quindi per un ragazzo che in pratica si allena da solo.
«Sicuramente si potrebbero ottenere risultati più prestigiosi in minor tempo se alle spalle degli atleti italiani – continua – ci fosse una federazione forte come quella francese o spagnola, che io vedo come modelli assoluti, con degli sponsor all’altezza di pubblicizzare questo splendido sport. Purtroppo in Italia si vive di calcio e le altre discipline vivono, chi più chi meno, nell’ombra».
A proposito di sponsor, una stranezza è come nessuna delle aziende locali si sia offerta di sostenere l’unico rappresentante coratino di questo sport.
Per esempio quest’anno siamo stai in Turchia, Francia, Grecia e Brasile dove abbiamo notato si sta creando un vero turismo d’elite intorno al kitesurf».
Nonostante tutto, la marcia di Erik verso i suoi obiettivi procede spedita e le idee per il prossimo futuro sono ben delineate.
«Ora che sono tornato è bene che mi concentri sulla scuola, naturalmente senza tralasciare gli allenamenti dato che per il prossimo mondiale punto al podio».
Considerato il talento già ampiamente dimostrato, la passione e l’umiltà con cui ci ha parlato , siamo sicuri che l’anno prossimo potrebbe essere quello della consacrazione.
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