Storia del Red Bull King of the Air:…
Il Red Bull King of the Air è la competizione di kitesurf Big Air più prestigiosa al mondo, nata nel 2000 e rilanciata
1 Marzo 2025
20 Gennaio 2023
“È pericoloso praticare il kitesurf?”
La risposta è no a patto di conoscere il mare, il vento e le loro regole non scritte.
Prendiamo spunto da un articolo comparso sul Quotidiano “La Stampa“ del 16 Gennaio di quest’anno.
Racconta la disavventura di un kitesurfer che, nonostante i cavalloni e la fortissima libecciata si è avventurato con il kitesurf a pomeriggio inoltrato. Al largo di Imperia, a circa 500 metri dalla costa, la vela si è afflosciata e lui è finito in acqua. Il 52enne di San Bartolomeo al Mare ha rischiato di annegare. Buon per lui che si è riusciti a dare l’allarme e a far intervenire un equipaggio della sezione operativa navale della Guardia di finanza evitando il peggio.
Analizzando le poche informazioni tecniche che l’articolo riporta si notano vari aspetti degni di nota: l’orario (pomeriggio inoltrato), i cavalloni, il vento fortissimo di Libeccio che, improvvisamente, si ferma, il fatto che fosse solo in acqua.
La prima consapevolezza che il kitesurfer accorto deve avere, sempre, fin dalle sue prime lezioni per imparare, è che esistono procedure di sicurezza e precauzioni da acquisire prima di fare anche solo il primo meraviglioso bordo.
Partiamo dalle condizioni ambientali: la passione per questo sport non deve mai prevaricare sulla corretta analisi della situazione dentro e fuori dall’acqua. Analizzare la direzione del vento, decidendo se è adatta a rientrare correttamente a terra, è fondamentale; osservare e valutare l’intensità, il ritmo e l’ampiezza del moto ondoso, altrettanto.
Scendere in spiaggia sempre in compagnia: un kiter come noi, un istruttore, un amico, il fidanzato, che non ci perda mai di vista, può fare la differenza nella tempestività degli eventuali soccorsi.
L’orario in cui scendere in acqua è altrettanto importante: il kiter in questione ha iniziato la sessione a pomeriggio inoltrato, probabilmente già stanco dopo una giornata di lavoro, con poco tempo a disposizione per fare tutto. Ascoltiamo sempre le nostre sensazioni: se non siamo sicuri, se siamo stanchi fisicamente e mentalmente, se qualcosa ” non ci torna”, stiamo a terra.
Infine il vento che cala all’improvviso: non eravamo ad Imperia per avere dati precisi ma qualcosa possiamo ipotizzare. Non è inusuale che questo accada. Il vento è il movimento delle molecole d’aria da zona ad alta pressione verso zone a minor pressione atmosferica. Se sono presenti, portano con loro le nubi, che sicuramente erano presenti nel cielo di Imperia. Ecco: valutare il tipo di nubi, il loro movimento e la quantità di acqua pluviale che stanno trasportando avrebbero fatto intuire al kiter che non era la giornata giusta, che il cielo si sarebbe chiuso fermando il vento.
L’articolo si conclude così:
“A chi gli ha chiesto il perché di tanta temerarietà sconfinante nell’avventatezza ha dato una risposta da surfista: «La nostra più che una passione è una malattia. Appena captiamo il vento favorevole non ci pensiamo due volte a prendere la tavola e catapultarci in mare»“.
Si, ok, tutto giusto se fatto in sicurezza.
Stay stoked, safe and salty.
Antonella Desiree Pelusi Istruttrice IKO.
Puoi seguire la community di kiters di Latina e dintorni su Instagram!
“È pericoloso praticare il kitesurf?”
La risposta è no a patto di conoscere il mare, il vento e le loro regole non scritte.
Prendiamo spunto da un articolo comparso sul Quotidiano “La Stampa“ del 16 Gennaio di quest’anno.
Racconta la disavventura di un kitesurfer che, nonostante i cavalloni e la fortissima libecciata si è avventurato con il kitesurf a pomeriggio inoltrato. Al largo di Imperia, a circa 500 metri dalla costa, la vela si è afflosciata e lui è finito in acqua. Il 52enne di San Bartolomeo al Mare ha rischiato di annegare. Buon per lui che si è riusciti a dare l’allarme e a far intervenire un equipaggio della sezione operativa navale della Guardia di finanza evitando il peggio.
Analizzando le poche informazioni tecniche che l’articolo riporta si notano vari aspetti degni di nota: l’orario (pomeriggio inoltrato), i cavalloni, il vento fortissimo di Libeccio che, improvvisamente, si ferma, il fatto che fosse solo in acqua.
La prima consapevolezza che il kitesurfer accorto deve avere, sempre, fin dalle sue prime lezioni per imparare, è che esistono procedure di sicurezza e precauzioni da acquisire prima di fare anche solo il primo meraviglioso bordo.
Partiamo dalle condizioni ambientali: la passione per questo sport non deve mai prevaricare sulla corretta analisi della situazione dentro e fuori dall’acqua. Analizzare la direzione del vento, decidendo se è adatta a rientrare correttamente a terra, è fondamentale; osservare e valutare l’intensità, il ritmo e l’ampiezza del moto ondoso, altrettanto.
Scendere in spiaggia sempre in compagnia: un kiter come noi, un istruttore, un amico, il fidanzato, che non ci perda mai di vista, può fare la differenza nella tempestività degli eventuali soccorsi.
L’orario in cui scendere in acqua è altrettanto importante: il kiter in questione ha iniziato la sessione a pomeriggio inoltrato, probabilmente già stanco dopo una giornata di lavoro, con poco tempo a disposizione per fare tutto. Ascoltiamo sempre le nostre sensazioni: se non siamo sicuri, se siamo stanchi fisicamente e mentalmente, se qualcosa ” non ci torna”, stiamo a terra.
Infine il vento che cala all’improvviso: non eravamo ad Imperia per avere dati precisi ma qualcosa possiamo ipotizzare. Non è inusuale che questo accada. Il vento è il movimento delle molecole d’aria da zona ad alta pressione verso zone a minor pressione atmosferica. Se sono presenti, portano con loro le nubi, che sicuramente erano presenti nel cielo di Imperia. Ecco: valutare il tipo di nubi, il loro movimento e la quantità di acqua pluviale che stanno trasportando avrebbero fatto intuire al kiter che non era la giornata giusta, che il cielo si sarebbe chiuso fermando il vento.
L’articolo si conclude così:
“A chi gli ha chiesto il perché di tanta temerarietà sconfinante nell’avventatezza ha dato una risposta da surfista: «La nostra più che una passione è una malattia. Appena captiamo il vento favorevole non ci pensiamo due volte a prendere la tavola e catapultarci in mare»“.
Si, ok, tutto giusto se fatto in sicurezza.
Stay stoked, safe and salty.
Antonella Desiree Pelusi Istruttrice IKO.
Puoi seguire la community di kiters di Latina e dintorni su Instagram!
1 Marzo 2025
Storia del Red Bull King of the Air: I…
26 Febbraio 2025
Red Bull King of the Air Qualifier Italia –…
25 Febbraio 2025
Assemblea Elettiva 2025 della Classe Kiteboarding e Wingfoil Italia:…
20 Febbraio 2025
California Kitesurf Masters 2025: Tre Contest Spettacolari!
18 Febbraio 2025
Convocazione Assemblea Ordinaria Elettiva dei Soci – 22 Febbraio…
15 Febbraio 2025
Ufficiale CKWI 2025: Un Anno di Grande Sport!
28 Giugno 2024
HELP Scritto sulla Sabbia Salva un Kitesurfista Bloccato in…
30 Novembre 2023
Windsock: come funziona e perché è un prezioso alleato
27 Aprile 2023
Ci lascia l’istruttrice Antonella Desiree Pelusi
20 Gennaio 2010
Il Giubbotto di protezione dedicato alla pratica del kitesurf
24 Novembre 2009
Kite-security un articolo interessante
Kitecamp Stagnone 1-4 Maggio 2025: Vivi un’Esperienza Indimenticabile di… | Italia
Stagnone Marzo 2025 | ITALIA
Kitecamp Watamu 2025 | Kenia
Kitecamp Stagnone Ottobre 2024 | Italia
Kitecamp Stagnone Settembre 2024 | Italia
Kitecamp Brasile 2024 | Brasile
20 Gennaio 2015
FRAMED Colleen Carroll
20 Gennaio 2015
LEN10 Extreme Inspiring Lifestyle
20 Gennaio 2011
Brunotti Kite Wave press release
20 Gennaio 2010
Il Giubbotto di protezione dedicato alla pratica del kitesurf
20 Gennaio 2010
Corso Giudici federali di Kitesurf
20 Gennaio 2010
Radiondastereo.it ed il kitesurf
20 Gennaio 2009
Un po di scatti, Kitecamp Brasile 2009