WINGFOIL: Sofia Marchetti si afferma nel World Tour
Sofia Marchetti conclude un'eccezionale stagione nel GWA World Tour di WingFoil con un terzo posto in Brasile, segnando
4 Dicembre 2023
10 Novembre 2018
“Fai quello che ami e non lavorerai mai un giorno della tua vita”, disse Confucio.
Tu sei d’accordo? Io solo in parte.
Sicuramente lavorare facendo ciò che si ama rende il tutto più gradevole, ma non elimina ansie e preoccupazioni insite in ogni lavoro.
Se si è alla ricerca del lavoro dei sogni, difficilmente lo si può trovare.
Bisogna essere realisti e sapere che in ogni aspetto della vita esistono dei pro e dei contro, che non sono dei valori assoluti bensì relativi. Valori relativi al pensiero e al modo di vita di ciascuno di noi.
Ogni lavoro nasconde in sé delle imperfezioni o anomalie, più o meno visibili.
Quante persone sento parlare del mestiere di istruttore di kitesurf come se fosse fare i soldi essendo in vacanza. “Stai al mare, fai quello che ti piace e guadagni, dura la vita”.
Ovviamente chi pensa questo non sa tutti i sacrifici nascosti dietro questo mestiere che non è sempre così facile come sembra.
1- Stai tutto il giorno a fare kite
FALSO
In linea generale un istruttore di kite insegna e non pratica.
Come qualsivoglia allenatore si limita ad osservare gli allievi e, in alcuni casi, poter mostrare la corretta esecuzione dell’esercizio. Ma continuiamo a parlare di pochi secondi ed esercizi basici che non possono di certo rimpiazzare una bella sessione.
Ovviamente quanto un istruttore possa praticare dipende anche da molti altri fattori: paese dove si insegna, la scuola, condizioni meteo etc..
Più il vento soffia costantemente e la scuola è locata direttamente sulla spiaggia e più probabilità si hanno di poter fare kite con regolarità.
2- Guardi i tuoi allievi e prendi il sole
FALSO
icuramente esistono degli istruttori di questo tipo, ed in questo caso ve li sconsiglio vivamente. In alcuni paesi, dove si insegna con più allievi per istruttore, ti posso assicurare che non si ha il tempo per prendere il sole.
Come in ogni lavoro si hanno le giornate di lavoro rilassanti e piacevoli, e quelle dove non smetti di correre da una parte all’altra.
E nel caso del kitesurf correre non è di certo un eufemismo.
Fare attenzione a tre o quattro persone che potenzialmente possono avere un problema in simultanea è fonte di grandi responsabilità, stress psicologico e grande dispendio di energie.
Inoltre il kite è uno sport che si pratica anche in condizioni avverse: vento forte e freddo. In questi casi puoi lasciare gli occhiali da sole a casa e devi essere tu il primo a mostrare l’esempio ai tuoi allievi. Sorriso sulle labbra, buon umore e la lezione comincia.
3- Chi ha un buon livello di kite può insegnare
FALSO
Asserire una cosa del genere vuol dire che chiunque potrebbe essere istruttore o insegnante in qualsiasi sport.
L’istruttore di kitesurf, è un lavoro. Saper praticare non vuol dire sapere insegnare. Non tutti gli sportivi sono allenatori.
Ovviamente possono essere facilitati grazie alla conoscenza di una specifica disciplina, ma essere insegnante significa saper far prova di empatia verso i propri allievi e concentrare la propria attenzione su due parametri fondamentali: la sicurezza e la pedagogia.
Chi ha un buon livello in un determinato sport sottovaluta spesso questi due parametri perché li da per scontati, perché ormai assimilati.
Ma la mancanza di attenzione che gli allievi possono avere mentre iniziano ad apprendere il kite, la perdita di ogni tipo di punto di riferimento mentre si concentrano sulla vela, è assai sorprendente e deve essere anticipata prima che degeneri in guai più seri.
Inoltre se non lo si fa per mestiere non si ha il materiale adatto all’insegnamento.
Quindi ti ritroverai con un’ala performante ma non adatta al tuo livello, piuttosto che un trapezio non consigliato per un principiante, o una tavola troppo piccola per poter fare il tuo primo waterstart, etc.
Detto questo, tutto è possibile.
L’importante è semplicemente avere coscienza di ciò che si fa e dei pericoli nei quali si incorre.
4- È un mestiere che si può fare solo da giovani
FALSO
Conosco molti istruttori che continuano a fare questo mestiere anche se non sono più dei giovincelli.
L’età ci rende più giudiziosi e quindi consapevoli dei nostri limiti. L’importante è avere piena consapevolezza delle proprie qualità fisiche e sapere rinunciare o limitare il numero degli allievi se le condizioni lo richiedono o se la seduta diventa troppo complessa da gestire e richiede grandi sforzi fisici.
Articolo redatto da Simone Timpano per Kitesurfing.it
“Fai quello che ami e non lavorerai mai un giorno della tua vita”, disse Confucio.
Tu sei d’accordo? Io solo in parte.
Sicuramente lavorare facendo ciò che si ama rende il tutto più gradevole, ma non elimina ansie e preoccupazioni insite in ogni lavoro.
Se si è alla ricerca del lavoro dei sogni, difficilmente lo si può trovare.
Bisogna essere realisti e sapere che in ogni aspetto della vita esistono dei pro e dei contro, che non sono dei valori assoluti bensì relativi. Valori relativi al pensiero e al modo di vita di ciascuno di noi.
Ogni lavoro nasconde in sé delle imperfezioni o anomalie, più o meno visibili.
Quante persone sento parlare del mestiere di istruttore di kitesurf come se fosse fare i soldi essendo in vacanza. “Stai al mare, fai quello che ti piace e guadagni, dura la vita”.
Ovviamente chi pensa questo non sa tutti i sacrifici nascosti dietro questo mestiere che non è sempre così facile come sembra.
1- Stai tutto il giorno a fare kite
FALSO
In linea generale un istruttore di kite insegna e non pratica.
Come qualsivoglia allenatore si limita ad osservare gli allievi e, in alcuni casi, poter mostrare la corretta esecuzione dell’esercizio. Ma continuiamo a parlare di pochi secondi ed esercizi basici che non possono di certo rimpiazzare una bella sessione.
Ovviamente quanto un istruttore possa praticare dipende anche da molti altri fattori: paese dove si insegna, la scuola, condizioni meteo etc..
Più il vento soffia costantemente e la scuola è locata direttamente sulla spiaggia e più probabilità si hanno di poter fare kite con regolarità.
2- Guardi i tuoi allievi e prendi il sole
FALSO
icuramente esistono degli istruttori di questo tipo, ed in questo caso ve li sconsiglio vivamente. In alcuni paesi, dove si insegna con più allievi per istruttore, ti posso assicurare che non si ha il tempo per prendere il sole.
Come in ogni lavoro si hanno le giornate di lavoro rilassanti e piacevoli, e quelle dove non smetti di correre da una parte all’altra.
E nel caso del kitesurf correre non è di certo un eufemismo.
Fare attenzione a tre o quattro persone che potenzialmente possono avere un problema in simultanea è fonte di grandi responsabilità, stress psicologico e grande dispendio di energie.
Inoltre il kite è uno sport che si pratica anche in condizioni avverse: vento forte e freddo. In questi casi puoi lasciare gli occhiali da sole a casa e devi essere tu il primo a mostrare l’esempio ai tuoi allievi. Sorriso sulle labbra, buon umore e la lezione comincia.
3- Chi ha un buon livello di kite può insegnare
FALSO
Asserire una cosa del genere vuol dire che chiunque potrebbe essere istruttore o insegnante in qualsiasi sport.
L’istruttore di kitesurf, è un lavoro. Saper praticare non vuol dire sapere insegnare. Non tutti gli sportivi sono allenatori.
Ovviamente possono essere facilitati grazie alla conoscenza di una specifica disciplina, ma essere insegnante significa saper far prova di empatia verso i propri allievi e concentrare la propria attenzione su due parametri fondamentali: la sicurezza e la pedagogia.
Chi ha un buon livello in un determinato sport sottovaluta spesso questi due parametri perché li da per scontati, perché ormai assimilati.
Ma la mancanza di attenzione che gli allievi possono avere mentre iniziano ad apprendere il kite, la perdita di ogni tipo di punto di riferimento mentre si concentrano sulla vela, è assai sorprendente e deve essere anticipata prima che degeneri in guai più seri.
Inoltre se non lo si fa per mestiere non si ha il materiale adatto all’insegnamento.
Quindi ti ritroverai con un’ala performante ma non adatta al tuo livello, piuttosto che un trapezio non consigliato per un principiante, o una tavola troppo piccola per poter fare il tuo primo waterstart, etc.
Detto questo, tutto è possibile.
L’importante è semplicemente avere coscienza di ciò che si fa e dei pericoli nei quali si incorre.
4- È un mestiere che si può fare solo da giovani
FALSO
Conosco molti istruttori che continuano a fare questo mestiere anche se non sono più dei giovincelli.
L’età ci rende più giudiziosi e quindi consapevoli dei nostri limiti. L’importante è avere piena consapevolezza delle proprie qualità fisiche e sapere rinunciare o limitare il numero degli allievi se le condizioni lo richiedono o se la seduta diventa troppo complessa da gestire e richiede grandi sforzi fisici.
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