25 Febbraio 2009

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Erik, la giovane volpe di Corato che sfida il mondo con il Kitesurf

di: Kitesurfing Editorial Team

Questo è il titolo dell’articolo di oggi trovato sul quotidiano la Repubblica.

C´è una baia a Natal, Brasile, che si veste d´acqua soltanto con l´alta marea. Uno specchio piatto e limpido, su un tappeto di sabbia bianca. Nella città del sole, c´è un luogo che sembra il Paradiso. Una tavola, un aquilone e un ragazzo che cavalca le brezze più orientali dell´America latina. E´ Erik Volpe, 17enne pugliese di Corato, fra i più forti esponenti al mondo del kitesurf. Figlio del vento e delle onde, ma soprattutto di un papà che adorava il windsurf e che, nel 2000, si è innamorato della disciplina nata l´anno prima alle Hawaii. “Eravamo a Barletta – racconta Erik – quando mio padre ha visto il kite per la prima volta. Ha subito conquistato prima lui, poi me. E´ dall´età di 10 anni che lo pratico”. Figlio delle sirene, come quella che regge la scritta The fox nel simbolo che egli stesso ha disegnato. E che, chissà, magari accompagna con il suo canto le evoluzioni di Erik. Non è stato difficile cucirgli un soprannome, a livello internazionale. “Il soprannome me l´hanno messo i miei avversari, quando hanno saputo cosa significava il mio cognome”. The fox, la volpe: peccherà forse in fantasia, ma suona bene. Per i colleghi italiani è anche il Volpone, da non confondere con il celebre film con Villaggio e Montesano. Oltre a essere astuto, però, Erik è anche aggressivo, carico. Uno che sa trovare energie in anse ad altri sconosciuti. Chissà se fra la barra di controllo o fra le storie che il vento porta con sé. “Successe così anche in Nuova Caledonia – ricorda Volpe – quando vinsi il mondiale junior a 15 anni. Ero stato penalizzato nei quarti di finale, poi ho recuperato ai punti e ho vinto, con l´ulteriore soddisfazione del terzo posto nella race”. La race sarebbe la gara su un circuito, un po´ come i 10mila metri di atletica o una corsa di formula 1.

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