3 Maggio 2016

Share:

Francesco Minutello: Il waveriding? Una battaglia tra amici

di: Antonio Gaudini

Intervista

Dal Freestyle al Wave, stessa fame di vittorie

L’atleta romano Francesco Minutello, reduce dal primo appuntamento del Campionato Nazionale Wave di kitesurf, si racconta in questa lunga intervista: il suo approccio alle competizioni, gli allenamenti, il suo spirito da combattente, l’amore per il mare e la sua voglia di condividere la passione per il kitesurf e gli sport da tavola.

Una delle cose più belle e sorprendenti del kitesurf è che quando parli con chi li pratica a livello agonistico scopri sempre che in fondo è uno come te. Stessa felicità di stare in mare, stessa voglia di libertà, stesso spirito di vivere la natura e sfidare i propri limiti. Certo, loro sperimentano la dimensione sportiva della disciplina, si misurano con gli altri, devono rispettare allenamenti e regole di giudizio severe, insomma sono più seri, forse gli viene l’ansia da prestazione e quando perdono gli girano le scatole. Il motore di tutto però, il fuoco che gli arde dentro alla fine è simile a quello di noi semplici appassionati che viviamo le nostre uscite come momenti di estasi, che una mareggiata è una sfida epica, che ogni colpo di vento è un colpo al cuore, che ogni momento speso in acqua è sempre un bel momento. Spesso si sente dire di certi atleti: “è un grande perché è umile e alla mano”. Ecco nel kitesurf è sempre così, i rider “vip” non si montano mai la testa. E non è una questione di età. Vale per gli atleti giovani come per quelli più navigati. Questa vicinanza tra professionisti e appassionati c’è sicuramente anche in altri sport, quelli lontani dai budget milionari e fedeli a sé stessi anche ad alti livelli, però nel popolo del mare e del vento quest’affinità è tutta speciale. Forse proprio perché è il mare a insegnare a noi tutti l’umiltà, anche quando si diventa bravi e giustamente si cercano le vittorie.

Francesco Minutello Kitesurf

Come accade a Francesco Minutello, 24 anni, ricciolo ribelle, sguardo deciso, grinta e cuore grande, come solo un giovane atleta romano può sfoderare. Lui le vittorie e la voglia di farsi strada nel kitesurf li ha messi nel mirino già da qualche anno e nel caricatore sembra avere buone cartucce. Francesco dopo qualche anno di competizioni nella scena del Freestyle italiano ha mollato acqua piatta e twintip e oggi è lì a giocarsela con il surfino strapless tra i più forti wave rider del nostro Paese. Qualche settimana fa ha partecipato alla prima tappa del Campionato Nazionale Wave a Puzzitteddu (Tp). Non è salito sul podio per ora, ma in acqua ha dato spettacolo e messo in mostra tutto il suo talento. Qualità che, siamo sicuri, non tarderanno a premiarlo facendolo salire su quei fatidici gradini, magari nei mesi a venire. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscerlo meglio e farci raccontare il mondo del wave riding da uno che lo vive e lo osserva da vicino con gli occhi di un aspirante campione.

Francesco Minutello Freestyle

– Francesco sei appena tornato dal primo appuntamento del Campionato Italiano Wave 2016 che ti ha visto tra i protagonisti in acqua. Raccontaci la tua gara, le tue sensazioni e la tua progressione in tabellone. Sei contento di come è andata?

«Èstata un’esperienza unica, molto costruttiva per me e indispensabile alla mia formazione come atleta. Confesso che quando ho visto il semaforo verde (conferma ufficiale per la chiamata della gara, nda) ho avvertito una sensazione di adrenalina mista a tensione perché gli iscritti sul tabellone erano in tanti e gran parte di questi molto bravi. Insomma, sapevo che avrei dovuto dare il meglio. Tensione a parte, poi è stata l’adrenalina a prendere il sopravvento e carico di gioia ho organizzato la mia partenza per la Sicilia. Anche se la gara era stata fissata per lunedì 25 aprile, le previsioni portavano vento già dalla domenica e così abbiamo deciso di imbarcarci sabato sera da Napoli per poter essere a Puzziteddu già dalla mattina successiva. Così è stato: domenica 24 aprile è stata una bellissima giornata di sole e vento, già dalle ore 9 della mattina una brezza da Nord Ovest accarezzava questa magnifica costa siciliana e dopo una ricca colazione ho deciso di entrare in acqua per prendere confidenza con lo spot (a me sconosciuto) e individuare il picco. Questo giorno di allenamento pre-gara mi è stato molto utile, ho studiato a fondo la line up e individuato le migliori zone surfabili fino al tramonto. Lunedì mattina alle ore 7.00 avevo la sveglia. Dopo una rapida colazione mi sono preparato e, sceso in spiaggia, ho armato i miei kite Slingshot Wave SST, misure 6, 8 e 10 metri. Ore 8.30 skipper meeting e alle 9.00 via con la partenza della competizione. Non ho iniziato al meglio la gara, infatti nella prima heat un po’ per la tensione, un po’ per la condizione del mare ho preso solamente tre onde. Nella seconda heat invece dopo essere totalmente cambiato il mio stato d’animo e il mio approccio alla surfata sono riuscito a fare la prestazione più bella di tutta la gara prendendo ben cinque onde in soli 8 minuti e ottenendo su un’onda uno tra i punteggi più alti dati dai giudici in tutta la competizione. Ho continuato ad avanzare fino alla quinta heat, dove a causa di un mio errore (ho scelto un kite troppo piccolo) ho pregiudicato la vittoria e quindi l’entrata nei quarti di finale».

– Lo spot siciliano di Puzziteddu si conferma un’ottima location per la disciplina wave. Tu personalmente come ti sei trovato?

«Lo spot mi è piaciuto molto, soprattutto il giorno prima della gara nel tardo pomeriggio sono cominciate a entrare delle belle onde lunghe anche se non troppo alte: arrivavano a un massimo di 1,5-2 metri, chiudevano perfettamente, non erano cattive e davano la possibilità di fare molte manovre; il lip dell’onda era perfetto e permetteva di rientrare senza l’utilizzo del kite. Il giorno dopo, durante la gara, la condizione era cambiata completamente, con vento che soffiava fino a 35 nodi e picchi d’onda di 3 metri. I frangenti erano lunghi ma difficili da interpretare, il picco si muoveva continuamente, infatti nelle prime heat le onde migliori erano un po’ sottovento rispetto al palco giuria e di conseguenza anche rispetto al campo gara. Dovevamo sceglierle bene, altrimenti si rischiava di fare una surfata fuori campo gara. Nel pomeriggio invece i set arrivavano di fronte al palco giuria e molto al largo, l’onda era alta, ma non ripidissima, quindi durante la manovra se si entrava sull’onda troppo “aggressive” si rischiava di oltrepassarla e perderla. Anche a detta dei local lo spot non ha lavorato come è solito fare. Comunque, nonostante le condizioni non perfette, Puzziteddu è stato un ottimo “campo di battaglia”, d’altronde la bravura si vede anche in queste condizioni. Inoltre ero al corrente che la condizione del vento sarebbe stata mure a dritta e che essendo io goofy (destro avanti) avrei surfato per tutta la gara in back side. C’è un piccolo limite in questo e noi tutti lo sappiamo: è molto più facile esprimersi in una surfata in front-side piuttosto che in back-side, ma con molto allenamento e un tocco di stile si è competitivi anche surfando in back. Tutto questo fa parte del gioco e noi atleti arriviamo preparati. Per quanto mi riguarda durante l’anno di allenamento sono alla continua ricerca di spot che “lavorano” con mure differenti. Personalmente a Puzziteddu mi son trovato benissimo: onde destre che mi surfavo in back-side e adrenalina a mille! Mi sono ripromesso di tornarci in futuro per fare qualche giornata di allenamento».   

– Pensi di partecipare alle altre tappe del Campionato e cosa ti aspetti, quali sono le tue ambizioni?

«Assolutamente sì, parteciperò anche alle prossime due tappe, quella di Torvaianica (Roma) e quella in Sardegna. Soprattutto non vedo l’ora che arrivi la tappa di Torvaianica perché è il mio home spot durante le grosse perturbazioni di Scirocco. Le mie ambizioni sono alte, punto a raggiungere il podio quanto prima, magari chi lo sa, anche nella prossime tappe del 2016».

– Il wave è una disciplina del kitesurf in grande evoluzione e sempre più popolare non solo a livello di competizioni, ma anche come numero di praticanti. Sei d’accordo?

«È vero che il wave è sempre più popolare, ma va fatta una precisazione. Il wave da gara è molto diverso rispetto a quello che vediamo quotidianamente nei vari spot italiani. Il wave praticato durante le competizioni è una disciplina regolata da severi criteri di giudizio. Inoltre non è più il wave riding di una volta in cui era il kite il protagonista della surfata. Negli ultimi anni la disciplina wave nel kite tende a somigliare sempre più al surf da onda, surfando cioè il più possibile senza l’utilizzo del kite, infatti quasi tutti i criteri di giudizio sono ormai paragonabili agli stessi utilizzati nelle competizioni di surf».

Francesco Minutello Surf

– Tu come ci sei arrivato al wave riding e perché ti piace così tanto?

«Sono arrivato a praticarlo per diversi motivi. Nel 2012, dopo anni di allenamenti e competizioni nella disciplina del freestyle mi hanno diagnosticato un problema alla spalla che non mi ha consentito di proseguire a pieno ritmo con questo tipo di gare. Mano a mano che il problema persisteva ho cominciato a frequentare sempre di più spot wave. È un anno e mezzo ormai che ho deciso di allenarmi seriamente in questa disciplina per ottenere buoni risultati nel prossimo futuro. Un’altra motivazione che mi ha spinto verso il wave è il fatto che pratico surf da diversi anni e questo mi consente di sfruttare la mia confidenza con le onde».

Francesco Minutello Wave

– Puoi spiegarci l’ambiente agonistico da dentro? Quali sono le difficoltà per un giovane atleta come te?

«L’ambiente agonistico è molto particolare, abbiamo creato un gruppo di rider affiatati l’uno con l’altro. C’è competizione durante la gara e questo è normale, ma siamo tutti super amici, ci aiutiamo a vicenda durante le heat, ci diamo consigli, ridiamo e scherziamo. Nelle giornate pre e post gara organizziamo sempre qualcosa insieme, allenamenti con il kite, uscite in surf o con il sup, mangiate e bevute. Siamo una grande famiglia dove le parole d’ordine sono rispetto e amicizia, l’invidia non sappiamo neanche cosa significhi! Le difficoltà per un giovane atleta come me in realtà non sono molte. Per quanto mi riguarda l’unica è quella di ottimizzare il tempo da dedicare al kite, essendo molto impegnato con il lavoro e gli studi universitari».

Francesco Minutello and Friends

– Come kiter romano, quali sono i tuoi spot preferiti lungo il litorale laziale? E in Italia? All’estero qual è lo spot più bello ed emozionante dove hai surfato?

«Anche se non sembra, il litorale laziale offre diversi spot per il wave riding. Magari le occasioni buone non sono tante quante in Sicilia o in Sardegna, però ce ne sono. Io solitamente mi sposto a seconda delle previsioni meteo e in base alla direzione del vento scelgo l’uno o l’altro spot. Durante l’inverno capita spesso che faccia belle perturbazioni da Sud e in questi casi esco a Torvaianica o a Passo Scuro o ancora a Torre Flavia. Quando invece arrivano perturbazioni di Ponente o Maestrale mi sposto verso Latina, Fondi, Sabaudia e Circeo. Quanto all’estero, alcuni anni fa sono stato alle Canarie, a Fuerteventura. Quest’anno invece ho avuto la fortuna di poter andare ad allenarmi alle Mauritius, un paradiso per il wave riding, sulla famosissima onda di One Eye».

Francesco Minutello – Rider

– Durante gli allenamenti esci in acqua con altri atleti, i tuoi amici o fai tutto da solo? Segui un programma di allenamento specifico o vai a istinto?

«Mi capita molto spesso di uscire insieme ad altri amici o atleti, mi piace condividere le esperienze insieme a persone a me care perché è bello surfare in compagnia anche se quando mi alleno sono molto concentrato su me stesso. Sì, seguo un programma specifico, mi alleno tre volte a settimana in palestra per non perdere l’allenamento nel caso in cui non faccia vento per lunghi periodi. In acqua invece il mio training si svolge in tanti modi ed è composto da diverse fasi: cerco di entrare in acqua più volte durante la giornata facendo delle pause ogni ora di allenamento; alterno momenti in cui studio il mare e il timing delle onde a momenti in cui cerco di simulare le heat da 10 minuti come se stessi facendo una gara o ancora lascio libero il mio istinto e mi godo la surfata per perfezionare lo stile». 

Francesco Minutello – Salvatore Mirabile

– Ecco, potresti descrivere il tuo stile personale come rider? C’è qualche atleta italiano o straniero a cui ti ispiri o segui semplicemente la tua strada?

«Forse è un po’ difficile spiegarlo a parole, potrei spiegarlo meglio con una tavola sotto i piedi e una bella onda glassy! Scherzi a parte, per prima cosa posso dire che surfo solo strapless, come ormai la maggior parte dei waver avanzati. Nonostante l’utilizzo della tavola strapless, fino a poco tempo fa tendevo a essere molto aggressivo nei cutback, ma sto cercando di cambiare il mio modo di surfare, ossia ora cerco di domare quest’aggressività facendo delle surfate più morbide e pulite, tracciando delle linee il più verticali possibili. Mi piace molto guardare video di atleti stranieri come Airton Cozzolino o Patrick Rebstock, ma di fatto poi non mi ispiro a loro: lo stile è una cosa personale, non si può imitare».

Francesco Minutello Wave riding

– Come attrezzatura utilizzi Slingshot. Qual’è il tuo rapporto con questo brand e il tuo feeling con ali? Con quali modelli hai più confidenza?

«Sì, come attrezzatura utilizzo Slingshot da ormai 7 anni. Diciamo che la vera svolta che ha cambiato il mio modo di surfare c’è stata un anno fa, quando Slingshot ha prodotto un kite mirato alla pratica del wave riding. Con il modello Wave SST infatti la brand ha prodotto non un kite da wave, ma “il kite da wave”. Il feeling con quest’ala è stato buono sin da subito, quando sono in acqua con il mio Wave SST si crea una perfetta armonia tra me e il kite. È molto performante su onda formata e consente di godersi la surfata facendo a meno del suo tiro, basta lasciare un po’ depotenziata la barra e tutto è perfetto. È un’ala che non richiede di lavorare con la barra in battuta (in potenza) perché perderebbe l’essenza del suo utilizzo nel wave riding puro: tenuto a 45 gradi durante la surfata, il kite ti segue senza darti trazione e ti consente di surfare grazie alla spinta dell’onda e non attraverso il tiro del kite stesso».

Francesco Minutello – Puzziteddu

– Invece come tavole, quali modelli usi?

«Per quanto riguarda le tavole, utilizzo tre diversi modelli secondo le esigenze. Ho un bellissimo Slingshot Celeritas 5’8”x18½” che uso per onde più lente o condizioni di vento più leggere, data la buona galleggiabilità dovuta ai 26 litri di volume. Per condizioni di onda più grossa e formata uso invece un Tyrant 6’0”x18¼” che è una tavola molto radicale, grazie a un rocker accentuato e un rounded squash tail che nonostante i 6 piedi di lunghezza consentono di essere aggressivi nel ” lip-slashing ” facendo cutback come se si avesse un vero shortboard sotto ai piedi. Ultimo modello di tavola che completa il mio quiver è lo Screamer 5’6”x18” che utilizzo principalmente quando faccio un po’ di freestyle strapless: consente molta praticità nei trick e anche facilità nell’approccio alle diverse manovre freestyle». 

Francesco Minutello – Egitto – Ras Sudr

– Ho visto che hai una pagina Facebook personale come atleta. Come vivi il fatto di essere un modello sportivo per tanti appassionati?

«Essere un modello sportivo per le persone è veramente una grande soddisfazione. Quello che cerco di fare, anche grazie all’utilizzo dei social, è trasmettere la passione e le sensazioni positive di questo sport. È un onore essere un punto di riferimento per le persone che mi seguono ed è un onore poterle coinvolgere nella mia vita e perché no, dar loro dei consigli o comunque poterli aiutare in qualche modo».

Francesco Minutello – Skate

– Puoi spiegare tu che pratichi anche altre discipline, dal surf allo skate, cosa rappresenta per te il kitesurf?

«Oltre al kite, pratico abitualmente snowboard, skateboard, surf, sup e wakeboard. Il fatto di praticare molti sport da tavola mi consente di trovare un filo conduttore che li lega l’uno con l’altro. Trasportando le conoscenze da una disciplina all’altra mi sembra di progredire con più facilità o più semplicemente mi sento a mio agio ogni volta che ho una tavola sotto i piedi. Tuttavia per me il kite rappresenta la disciplina numero uno e tutti gli sforzi sono ripagati dalla sensazione di libertà che mi fa provare. Ogni uscita rappresenta un’emozione unica e mi da una scarica di adrenalina incredibile che solo chi ha la fortuna di praticarlo può capire».

Ecco, quale appassionato di kitesurf non si riconosce in queste parole di Francesco? Quella libertà, quelle emozioni, quell’adrenalina che cerca lui professionista delle onde alla fine sono le stesse che spingono noi, appassionati di kite, in una qualunque giornata di vento a caricare la macchina e raggiungere al più presto la spiaggia per mordere la nostra personale fetta di felicità. Grazie Francesco e buon vento!

Articolo redatto da:
DAVID INGIOSI
Giornalista e Videoreporter
ufficiostampa@kitesurfing.it

Guarda altre News

Dove dormire allo Stagnone: Sunset Wave – Il…

Scopri Sunset Wave, il kitesurfing village ideale Se stai cercando dove dormire allo Stagnone di Marsala, Sunset Wave è

Dove fare kitesurf sul Lago di Garda: 7…

Il kitesurf sul Lago di Garda è un mix esplosivo di vento costante, paesaggi alpini e centri specializzati. S

Kitesurf a Catania: Dove fare lezioni e scoprire…

Dove fare kitesurf a Catania: la guida completa per principianti e rider esperti Se stai cercando dove fare kitesurf a..

 Scopri il Kitesurf allo Stagnone: Il Paradiso Italiano…

Scopri la miglior scuola di kitesurf allo Stagnone: Stagnone Kiteboarding, sede dei Campionati Italiani e punto di rifer

Organizza il tuo Kitecamp allo Stagnone: la tua…

📍 Stagnone Kiteboarding – Marsala (TP)✍️ Redazione Kitesurfing.it Hai una scuola di kitesurf, un

Andrea Principi entra nel Red Bull Team: il…

📅 26 Marzo 2025 ✍️ Redazione Kitesurfing.it Il suo nome risuona sempre più forte nel mondo del kitesurf, e ora..

Lords of Tram 2025: Tutto pronto per il…

🔥 Lords of Tram 2025: Tutto pronto per la seconda tappa del GKA Big Air Kite World Tour a Le Barcarès, in Francia. 2

Stagnone Kitesurf Cup 2025

Stagnone Kitesurf Cup 2025: la Laguna di Marsala pronta ad accogliere la nuova edizione del Campionato Italiano Freestyl

Antonio Gaudini – Coaching Kitesurf Avanzato e Competitivo

🔥 Un’Opportunità Unica per Raggiungere il Livello Pro! 🔥 🌊 Vuoi migliorare le tue abilità nel kitesurf come

Corso Istruttori Kitesurf IKO – Diventa un Professionista!

Diventa un Istruttore di Kitesurf Certificato IKO – Corsi 2025 a Stagnone Kiteboarding 🚀 Hai sempre sognato di tras

GKA Kite-Surf World Cup 2025: Delannoy e Matos…

Il GKA Kite-Surf World Cup 2025 ha recentemente inaugurato la stagione a Ponta Preta, sull’isola di Sal, Capo Verde, o

Carboniq Binding Review

Carboniq Binding: la rivoluzione negli attacchi per il kitesurf Nel mondo del kitesurf, la continua ricerca di innovazio

Storia del Red Bull King of the Air:…

Il Red Bull King of the Air è la competizione di kitesurf Big Air più prestigiosa al mondo, nata nel 2000 e rilanciata

Red Bull King of the Air Qualifier Italia…

Il Red Bull King of the Air, la competizione di Big Air più estrema al mondo, arriva per la prima...

Assemblea Elettiva 2025 della Classe Kiteboarding e Wingfoil…

📅 Data: 22 febbraio 2025 📍 Luogo: Palazzo H, CONI, Roma Si è svolta il 22 febbraio presso il Palazzo...

California Kitesurf Masters 2025: Tre Contest Spettacolari!

📍 St. Peter-Ording, 20-24 Agosto 2025 I California Kitesurf Masters tornano con ancora più spettacolo e adrenalina!

Convocazione Assemblea Ordinaria Elettiva dei Soci – 22…

L’Associazione Kitesurf Italiana SSD a RL comunica a tutti i soci che è stata indetta l’Assemblea Ordinaria Elettiv

Ufficiale CKWI 2025: Un Anno di Grande Sport!

La Classe Kiteboarding e Wingsport Italia (CKWI) è lieta di annunciare il Calendario Ufficiale 2025, un anno che si pro

Un Ritorno Trionfale per l’IKA: Il Campionato Mondiale…

Madison,WI, USA, 15 February 2025 Dopo una pausa di due anni, l’International Kiteboarding Association (IKA) ha fatto

I Migliori Kitespot di Roma

Il litorale romano è una delle zone più affascinanti e ricche di spot ideali per il kitesurf in Italia, con...

Francesco Minutello: Il waveriding? Una battaglia tra amici

di: Antonio Gaudini

Intervista

Dal Freestyle al Wave, stessa fame di vittorie

L’atleta romano Francesco Minutello, reduce dal primo appuntamento del Campionato Nazionale Wave di kitesurf, si racconta in questa lunga intervista: il suo approccio alle competizioni, gli allenamenti, il suo spirito da combattente, l’amore per il mare e la sua voglia di condividere la passione per il kitesurf e gli sport da tavola.

Una delle cose più belle e sorprendenti del kitesurf è che quando parli con chi li pratica a livello agonistico scopri sempre che in fondo è uno come te. Stessa felicità di stare in mare, stessa voglia di libertà, stesso spirito di vivere la natura e sfidare i propri limiti. Certo, loro sperimentano la dimensione sportiva della disciplina, si misurano con gli altri, devono rispettare allenamenti e regole di giudizio severe, insomma sono più seri, forse gli viene l’ansia da prestazione e quando perdono gli girano le scatole. Il motore di tutto però, il fuoco che gli arde dentro alla fine è simile a quello di noi semplici appassionati che viviamo le nostre uscite come momenti di estasi, che una mareggiata è una sfida epica, che ogni colpo di vento è un colpo al cuore, che ogni momento speso in acqua è sempre un bel momento. Spesso si sente dire di certi atleti: “è un grande perché è umile e alla mano”. Ecco nel kitesurf è sempre così, i rider “vip” non si montano mai la testa. E non è una questione di età. Vale per gli atleti giovani come per quelli più navigati. Questa vicinanza tra professionisti e appassionati c’è sicuramente anche in altri sport, quelli lontani dai budget milionari e fedeli a sé stessi anche ad alti livelli, però nel popolo del mare e del vento quest’affinità è tutta speciale. Forse proprio perché è il mare a insegnare a noi tutti l’umiltà, anche quando si diventa bravi e giustamente si cercano le vittorie.

Francesco Minutello Kitesurf

Come accade a Francesco Minutello, 24 anni, ricciolo ribelle, sguardo deciso, grinta e cuore grande, come solo un giovane atleta romano può sfoderare. Lui le vittorie e la voglia di farsi strada nel kitesurf li ha messi nel mirino già da qualche anno e nel caricatore sembra avere buone cartucce. Francesco dopo qualche anno di competizioni nella scena del Freestyle italiano ha mollato acqua piatta e twintip e oggi è lì a giocarsela con il surfino strapless tra i più forti wave rider del nostro Paese. Qualche settimana fa ha partecipato alla prima tappa del Campionato Nazionale Wave a Puzzitteddu (Tp). Non è salito sul podio per ora, ma in acqua ha dato spettacolo e messo in mostra tutto il suo talento. Qualità che, siamo sicuri, non tarderanno a premiarlo facendolo salire su quei fatidici gradini, magari nei mesi a venire. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscerlo meglio e farci raccontare il mondo del wave riding da uno che lo vive e lo osserva da vicino con gli occhi di un aspirante campione.

Francesco Minutello Freestyle

– Francesco sei appena tornato dal primo appuntamento del Campionato Italiano Wave 2016 che ti ha visto tra i protagonisti in acqua. Raccontaci la tua gara, le tue sensazioni e la tua progressione in tabellone. Sei contento di come è andata?

«Èstata un’esperienza unica, molto costruttiva per me e indispensabile alla mia formazione come atleta. Confesso che quando ho visto il semaforo verde (conferma ufficiale per la chiamata della gara, nda) ho avvertito una sensazione di adrenalina mista a tensione perché gli iscritti sul tabellone erano in tanti e gran parte di questi molto bravi. Insomma, sapevo che avrei dovuto dare il meglio. Tensione a parte, poi è stata l’adrenalina a prendere il sopravvento e carico di gioia ho organizzato la mia partenza per la Sicilia. Anche se la gara era stata fissata per lunedì 25 aprile, le previsioni portavano vento già dalla domenica e così abbiamo deciso di imbarcarci sabato sera da Napoli per poter essere a Puzziteddu già dalla mattina successiva. Così è stato: domenica 24 aprile è stata una bellissima giornata di sole e vento, già dalle ore 9 della mattina una brezza da Nord Ovest accarezzava questa magnifica costa siciliana e dopo una ricca colazione ho deciso di entrare in acqua per prendere confidenza con lo spot (a me sconosciuto) e individuare il picco. Questo giorno di allenamento pre-gara mi è stato molto utile, ho studiato a fondo la line up e individuato le migliori zone surfabili fino al tramonto. Lunedì mattina alle ore 7.00 avevo la sveglia. Dopo una rapida colazione mi sono preparato e, sceso in spiaggia, ho armato i miei kite Slingshot Wave SST, misure 6, 8 e 10 metri. Ore 8.30 skipper meeting e alle 9.00 via con la partenza della competizione. Non ho iniziato al meglio la gara, infatti nella prima heat un po’ per la tensione, un po’ per la condizione del mare ho preso solamente tre onde. Nella seconda heat invece dopo essere totalmente cambiato il mio stato d’animo e il mio approccio alla surfata sono riuscito a fare la prestazione più bella di tutta la gara prendendo ben cinque onde in soli 8 minuti e ottenendo su un’onda uno tra i punteggi più alti dati dai giudici in tutta la competizione. Ho continuato ad avanzare fino alla quinta heat, dove a causa di un mio errore (ho scelto un kite troppo piccolo) ho pregiudicato la vittoria e quindi l’entrata nei quarti di finale».

– Lo spot siciliano di Puzziteddu si conferma un’ottima location per la disciplina wave. Tu personalmente come ti sei trovato?

«Lo spot mi è piaciuto molto, soprattutto il giorno prima della gara nel tardo pomeriggio sono cominciate a entrare delle belle onde lunghe anche se non troppo alte: arrivavano a un massimo di 1,5-2 metri, chiudevano perfettamente, non erano cattive e davano la possibilità di fare molte manovre; il lip dell’onda era perfetto e permetteva di rientrare senza l’utilizzo del kite. Il giorno dopo, durante la gara, la condizione era cambiata completamente, con vento che soffiava fino a 35 nodi e picchi d’onda di 3 metri. I frangenti erano lunghi ma difficili da interpretare, il picco si muoveva continuamente, infatti nelle prime heat le onde migliori erano un po’ sottovento rispetto al palco giuria e di conseguenza anche rispetto al campo gara. Dovevamo sceglierle bene, altrimenti si rischiava di fare una surfata fuori campo gara. Nel pomeriggio invece i set arrivavano di fronte al palco giuria e molto al largo, l’onda era alta, ma non ripidissima, quindi durante la manovra se si entrava sull’onda troppo “aggressive” si rischiava di oltrepassarla e perderla. Anche a detta dei local lo spot non ha lavorato come è solito fare. Comunque, nonostante le condizioni non perfette, Puzziteddu è stato un ottimo “campo di battaglia”, d’altronde la bravura si vede anche in queste condizioni. Inoltre ero al corrente che la condizione del vento sarebbe stata mure a dritta e che essendo io goofy (destro avanti) avrei surfato per tutta la gara in back side. C’è un piccolo limite in questo e noi tutti lo sappiamo: è molto più facile esprimersi in una surfata in front-side piuttosto che in back-side, ma con molto allenamento e un tocco di stile si è competitivi anche surfando in back. Tutto questo fa parte del gioco e noi atleti arriviamo preparati. Per quanto mi riguarda durante l’anno di allenamento sono alla continua ricerca di spot che “lavorano” con mure differenti. Personalmente a Puzziteddu mi son trovato benissimo: onde destre che mi surfavo in back-side e adrenalina a mille! Mi sono ripromesso di tornarci in futuro per fare qualche giornata di allenamento».   

– Pensi di partecipare alle altre tappe del Campionato e cosa ti aspetti, quali sono le tue ambizioni?

«Assolutamente sì, parteciperò anche alle prossime due tappe, quella di Torvaianica (Roma) e quella in Sardegna. Soprattutto non vedo l’ora che arrivi la tappa di Torvaianica perché è il mio home spot durante le grosse perturbazioni di Scirocco. Le mie ambizioni sono alte, punto a raggiungere il podio quanto prima, magari chi lo sa, anche nella prossime tappe del 2016».

– Il wave è una disciplina del kitesurf in grande evoluzione e sempre più popolare non solo a livello di competizioni, ma anche come numero di praticanti. Sei d’accordo?

«È vero che il wave è sempre più popolare, ma va fatta una precisazione. Il wave da gara è molto diverso rispetto a quello che vediamo quotidianamente nei vari spot italiani. Il wave praticato durante le competizioni è una disciplina regolata da severi criteri di giudizio. Inoltre non è più il wave riding di una volta in cui era il kite il protagonista della surfata. Negli ultimi anni la disciplina wave nel kite tende a somigliare sempre più al surf da onda, surfando cioè il più possibile senza l’utilizzo del kite, infatti quasi tutti i criteri di giudizio sono ormai paragonabili agli stessi utilizzati nelle competizioni di surf».

Francesco Minutello Surf

– Tu come ci sei arrivato al wave riding e perché ti piace così tanto?

«Sono arrivato a praticarlo per diversi motivi. Nel 2012, dopo anni di allenamenti e competizioni nella disciplina del freestyle mi hanno diagnosticato un problema alla spalla che non mi ha consentito di proseguire a pieno ritmo con questo tipo di gare. Mano a mano che il problema persisteva ho cominciato a frequentare sempre di più spot wave. È un anno e mezzo ormai che ho deciso di allenarmi seriamente in questa disciplina per ottenere buoni risultati nel prossimo futuro. Un’altra motivazione che mi ha spinto verso il wave è il fatto che pratico surf da diversi anni e questo mi consente di sfruttare la mia confidenza con le onde».

Francesco Minutello Wave

– Puoi spiegarci l’ambiente agonistico da dentro? Quali sono le difficoltà per un giovane atleta come te?

«L’ambiente agonistico è molto particolare, abbiamo creato un gruppo di rider affiatati l’uno con l’altro. C’è competizione durante la gara e questo è normale, ma siamo tutti super amici, ci aiutiamo a vicenda durante le heat, ci diamo consigli, ridiamo e scherziamo. Nelle giornate pre e post gara organizziamo sempre qualcosa insieme, allenamenti con il kite, uscite in surf o con il sup, mangiate e bevute. Siamo una grande famiglia dove le parole d’ordine sono rispetto e amicizia, l’invidia non sappiamo neanche cosa significhi! Le difficoltà per un giovane atleta come me in realtà non sono molte. Per quanto mi riguarda l’unica è quella di ottimizzare il tempo da dedicare al kite, essendo molto impegnato con il lavoro e gli studi universitari».

Francesco Minutello and Friends

– Come kiter romano, quali sono i tuoi spot preferiti lungo il litorale laziale? E in Italia? All’estero qual è lo spot più bello ed emozionante dove hai surfato?

«Anche se non sembra, il litorale laziale offre diversi spot per il wave riding. Magari le occasioni buone non sono tante quante in Sicilia o in Sardegna, però ce ne sono. Io solitamente mi sposto a seconda delle previsioni meteo e in base alla direzione del vento scelgo l’uno o l’altro spot. Durante l’inverno capita spesso che faccia belle perturbazioni da Sud e in questi casi esco a Torvaianica o a Passo Scuro o ancora a Torre Flavia. Quando invece arrivano perturbazioni di Ponente o Maestrale mi sposto verso Latina, Fondi, Sabaudia e Circeo. Quanto all’estero, alcuni anni fa sono stato alle Canarie, a Fuerteventura. Quest’anno invece ho avuto la fortuna di poter andare ad allenarmi alle Mauritius, un paradiso per il wave riding, sulla famosissima onda di One Eye».

Francesco Minutello – Rider

– Durante gli allenamenti esci in acqua con altri atleti, i tuoi amici o fai tutto da solo? Segui un programma di allenamento specifico o vai a istinto?

«Mi capita molto spesso di uscire insieme ad altri amici o atleti, mi piace condividere le esperienze insieme a persone a me care perché è bello surfare in compagnia anche se quando mi alleno sono molto concentrato su me stesso. Sì, seguo un programma specifico, mi alleno tre volte a settimana in palestra per non perdere l’allenamento nel caso in cui non faccia vento per lunghi periodi. In acqua invece il mio training si svolge in tanti modi ed è composto da diverse fasi: cerco di entrare in acqua più volte durante la giornata facendo delle pause ogni ora di allenamento; alterno momenti in cui studio il mare e il timing delle onde a momenti in cui cerco di simulare le heat da 10 minuti come se stessi facendo una gara o ancora lascio libero il mio istinto e mi godo la surfata per perfezionare lo stile». 

Francesco Minutello – Salvatore Mirabile

– Ecco, potresti descrivere il tuo stile personale come rider? C’è qualche atleta italiano o straniero a cui ti ispiri o segui semplicemente la tua strada?

«Forse è un po’ difficile spiegarlo a parole, potrei spiegarlo meglio con una tavola sotto i piedi e una bella onda glassy! Scherzi a parte, per prima cosa posso dire che surfo solo strapless, come ormai la maggior parte dei waver avanzati. Nonostante l’utilizzo della tavola strapless, fino a poco tempo fa tendevo a essere molto aggressivo nei cutback, ma sto cercando di cambiare il mio modo di surfare, ossia ora cerco di domare quest’aggressività facendo delle surfate più morbide e pulite, tracciando delle linee il più verticali possibili. Mi piace molto guardare video di atleti stranieri come Airton Cozzolino o Patrick Rebstock, ma di fatto poi non mi ispiro a loro: lo stile è una cosa personale, non si può imitare».

Francesco Minutello Wave riding

– Come attrezzatura utilizzi Slingshot. Qual’è il tuo rapporto con questo brand e il tuo feeling con ali? Con quali modelli hai più confidenza?

«Sì, come attrezzatura utilizzo Slingshot da ormai 7 anni. Diciamo che la vera svolta che ha cambiato il mio modo di surfare c’è stata un anno fa, quando Slingshot ha prodotto un kite mirato alla pratica del wave riding. Con il modello Wave SST infatti la brand ha prodotto non un kite da wave, ma “il kite da wave”. Il feeling con quest’ala è stato buono sin da subito, quando sono in acqua con il mio Wave SST si crea una perfetta armonia tra me e il kite. È molto performante su onda formata e consente di godersi la surfata facendo a meno del suo tiro, basta lasciare un po’ depotenziata la barra e tutto è perfetto. È un’ala che non richiede di lavorare con la barra in battuta (in potenza) perché perderebbe l’essenza del suo utilizzo nel wave riding puro: tenuto a 45 gradi durante la surfata, il kite ti segue senza darti trazione e ti consente di surfare grazie alla spinta dell’onda e non attraverso il tiro del kite stesso».

Francesco Minutello – Puzziteddu

– Invece come tavole, quali modelli usi?

«Per quanto riguarda le tavole, utilizzo tre diversi modelli secondo le esigenze. Ho un bellissimo Slingshot Celeritas 5’8”x18½” che uso per onde più lente o condizioni di vento più leggere, data la buona galleggiabilità dovuta ai 26 litri di volume. Per condizioni di onda più grossa e formata uso invece un Tyrant 6’0”x18¼” che è una tavola molto radicale, grazie a un rocker accentuato e un rounded squash tail che nonostante i 6 piedi di lunghezza consentono di essere aggressivi nel ” lip-slashing ” facendo cutback come se si avesse un vero shortboard sotto ai piedi. Ultimo modello di tavola che completa il mio quiver è lo Screamer 5’6”x18” che utilizzo principalmente quando faccio un po’ di freestyle strapless: consente molta praticità nei trick e anche facilità nell’approccio alle diverse manovre freestyle». 

Francesco Minutello – Egitto – Ras Sudr

– Ho visto che hai una pagina Facebook personale come atleta. Come vivi il fatto di essere un modello sportivo per tanti appassionati?

«Essere un modello sportivo per le persone è veramente una grande soddisfazione. Quello che cerco di fare, anche grazie all’utilizzo dei social, è trasmettere la passione e le sensazioni positive di questo sport. È un onore essere un punto di riferimento per le persone che mi seguono ed è un onore poterle coinvolgere nella mia vita e perché no, dar loro dei consigli o comunque poterli aiutare in qualche modo».

Francesco Minutello – Skate

– Puoi spiegare tu che pratichi anche altre discipline, dal surf allo skate, cosa rappresenta per te il kitesurf?

«Oltre al kite, pratico abitualmente snowboard, skateboard, surf, sup e wakeboard. Il fatto di praticare molti sport da tavola mi consente di trovare un filo conduttore che li lega l’uno con l’altro. Trasportando le conoscenze da una disciplina all’altra mi sembra di progredire con più facilità o più semplicemente mi sento a mio agio ogni volta che ho una tavola sotto i piedi. Tuttavia per me il kite rappresenta la disciplina numero uno e tutti gli sforzi sono ripagati dalla sensazione di libertà che mi fa provare. Ogni uscita rappresenta un’emozione unica e mi da una scarica di adrenalina incredibile che solo chi ha la fortuna di praticarlo può capire».

Ecco, quale appassionato di kitesurf non si riconosce in queste parole di Francesco? Quella libertà, quelle emozioni, quell’adrenalina che cerca lui professionista delle onde alla fine sono le stesse che spingono noi, appassionati di kite, in una qualunque giornata di vento a caricare la macchina e raggiungere al più presto la spiaggia per mordere la nostra personale fetta di felicità. Grazie Francesco e buon vento!

Articolo redatto da:
DAVID INGIOSI
Giornalista e Videoreporter
ufficiostampa@kitesurfing.it

Altre News


Share:

Ti potrebbe interessare anche


Stai cercando un KiteCamp?



E' Successo Oggi