Dove fare kitesurf sul Lago di Garda: 7…
Il kitesurf sul Lago di Garda è un mix esplosivo di vento costante, paesaggi alpini e centri specializzati. S
23 Aprile 2025
1 Luglio 2010
Ecco un report scritto da Carlo Stefanini di ritorno da un giugno all’insegna del wave firmato BAIA CHIA Sardegna.
Quando ho iniziato a scrivere queste note di viaggio sono rimasto piuttosto dubbioso. Dovevano esse riportare pedissequamente una sorta di diario di viaggio come già avvenuto nel mio blog od andare oltre? Alla fine riflettendo sul centro di gravità della vacanza impostata sulle onde non potevo esimermi dal parlarvi più in dettaglio di Chia, questo meraviglioso spot posto a sud della Sardegna non molto distante da Cagliari. Devo ammetterlo, ho scoperto Chia da due anni, pochi, troppo pochi ma come si dice….meglio tardi che mai. Lo spot lavora in modo eccellente con lo scirocco ed il ponente e non è raro che trovandosi l’Italia sotto l’influenza dello stramaledetto anticiclone africano Chia si trasformi in autentico paradiso. E proprio questa è la premessa della vacanza. Una vacanza strana che matura in un momento della mia vita dove riallinearsi alla normalità pare una impresa davvero ardua. Ma essendo un pochino capoccione alla fine la conclusione è questa “al diavolo i problemi, the show must go on!”. La domanda vera è una: quanto inciderà il recente intervento chirurgico sul rendimento in acqua? Con il kite avrò sicuramente meno problemi che con il windsurf. Ciò nondimeno eccomi con mio fratello a caricare l’automobile: 2 tavole da SUP (Naish 9,3 Starboard Pocket Rocket 8,5 da testare per standupaddling.it), 4 tavole da windsurf (RRD fresstyle 100, JP freestyle PRO 98, Mistral Syncro 82, JP Polakow twinser 82), 5 vele da windsurf (Goya Guru 4,2, 4,7 Goya Eclipse 5,3 Neil pryde Fly 5,1 Neil Pryde Zone 4,7) 3 alberi da windsurf, 2 boma, 3 tavole da kite Surfboard Kazuma Shibi 5,4, twin tip Cabrinha Caliber 136 e Slingshot Glide, 3 ali da kite Cabrinha XBow IDSX 13, Cabrinha Switchblade IDSX 10 ed infine Cabrinha Revolver HD wave kite 7. Insomma far entrare questa massa enorme di attrezzature in automobile susciterà davvero risate a non finire tanto che quando pareva tutto pronto ecco mio fratello che esce di casa con un trolley ed il borsone delle macchine fotografiche professionali! Tutto da rifare ed un’altra mezz’ora che se ne va cercando davvero di ottenere l’impossibile dalla mia povera automobile i cui fari paiono degli occhioni tristi che mi guardano perplessi. Alla fine chiudo il portellone e, osservando il lunotto mi accorgo che la visibilità posteriore è pressoché assente. Ok, maggiore prudenza alla guida ed il problema è risolto. Ed eccoci in serata al molo vecchio di Civitavecchia dove ci imbarchiamo sul traghetto Tirrenia per Cagliari. Adoro dormire sui traghetti ed in aereo ma la nottata si trasformerà presto in un inferno: accanto alla nostra cuccetta capita un “russatore” da Guinness dei primati. Le paratie della nave venivano attraversate e scosse da questi ruggiti che avrebbero fatto impallidire persino una tigre. Fino alle 3,00 non chiudo occhio, poi ormai disperato, prendo del cotone che avevo in una borsa e lo avvolgo con della carta igienica realizzando così dei tappetti auricolari custom made, verso le 4,00 inizio a dormire ma ancora avverto chiaro il rumore. Al mattino guardandomi allo specchio ho delle occhiaie degne di una Samsonyte!
Ecco un report scritto da Carlo Stefanini di ritorno da un giugno all’insegna del wave firmato BAIA CHIA Sardegna.
Quando ho iniziato a scrivere queste note di viaggio sono rimasto piuttosto dubbioso. Dovevano esse riportare pedissequamente una sorta di diario di viaggio come già avvenuto nel mio blog od andare oltre? Alla fine riflettendo sul centro di gravità della vacanza impostata sulle onde non potevo esimermi dal parlarvi più in dettaglio di Chia, questo meraviglioso spot posto a sud della Sardegna non molto distante da Cagliari. Devo ammetterlo, ho scoperto Chia da due anni, pochi, troppo pochi ma come si dice….meglio tardi che mai. Lo spot lavora in modo eccellente con lo scirocco ed il ponente e non è raro che trovandosi l’Italia sotto l’influenza dello stramaledetto anticiclone africano Chia si trasformi in autentico paradiso. E proprio questa è la premessa della vacanza. Una vacanza strana che matura in un momento della mia vita dove riallinearsi alla normalità pare una impresa davvero ardua. Ma essendo un pochino capoccione alla fine la conclusione è questa “al diavolo i problemi, the show must go on!”. La domanda vera è una: quanto inciderà il recente intervento chirurgico sul rendimento in acqua? Con il kite avrò sicuramente meno problemi che con il windsurf. Ciò nondimeno eccomi con mio fratello a caricare l’automobile: 2 tavole da SUP (Naish 9,3 Starboard Pocket Rocket 8,5 da testare per standupaddling.it), 4 tavole da windsurf (RRD fresstyle 100, JP freestyle PRO 98, Mistral Syncro 82, JP Polakow twinser 82), 5 vele da windsurf (Goya Guru 4,2, 4,7 Goya Eclipse 5,3 Neil pryde Fly 5,1 Neil Pryde Zone 4,7) 3 alberi da windsurf, 2 boma, 3 tavole da kite Surfboard Kazuma Shibi 5,4, twin tip Cabrinha Caliber 136 e Slingshot Glide, 3 ali da kite Cabrinha XBow IDSX 13, Cabrinha Switchblade IDSX 10 ed infine Cabrinha Revolver HD wave kite 7. Insomma far entrare questa massa enorme di attrezzature in automobile susciterà davvero risate a non finire tanto che quando pareva tutto pronto ecco mio fratello che esce di casa con un trolley ed il borsone delle macchine fotografiche professionali! Tutto da rifare ed un’altra mezz’ora che se ne va cercando davvero di ottenere l’impossibile dalla mia povera automobile i cui fari paiono degli occhioni tristi che mi guardano perplessi. Alla fine chiudo il portellone e, osservando il lunotto mi accorgo che la visibilità posteriore è pressoché assente. Ok, maggiore prudenza alla guida ed il problema è risolto. Ed eccoci in serata al molo vecchio di Civitavecchia dove ci imbarchiamo sul traghetto Tirrenia per Cagliari. Adoro dormire sui traghetti ed in aereo ma la nottata si trasformerà presto in un inferno: accanto alla nostra cuccetta capita un “russatore” da Guinness dei primati. Le paratie della nave venivano attraversate e scosse da questi ruggiti che avrebbero fatto impallidire persino una tigre. Fino alle 3,00 non chiudo occhio, poi ormai disperato, prendo del cotone che avevo in una borsa e lo avvolgo con della carta igienica realizzando così dei tappetti auricolari custom made, verso le 4,00 inizio a dormire ma ancora avverto chiaro il rumore. Al mattino guardandomi allo specchio ho delle occhiaie degne di una Samsonyte!
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