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A partire dal prossimo 15 giugno, un divieto di praticare il kitesurf è entrato in vigore nella zona della foce del torrente Varrone. L’ordinanza del sindaco Stefano Cassinelli mira a consentire la pesca all’agone, un’attività tradizionale che richiede l’utilizzo dei cavalletti. Tuttavia, questa restrizione ha suscitato discussioni, poiché il divieto del kitesurf viene visto come un ostacolo per gli amanti di questo sport acquatico e per coloro che godono di osservare le operazioni di pesca.
L’apertura della stagione della pesca all’agone ha portato all’istituzione di un divieto temporaneo per il kitesurf nella zona della foce del torrente Varrone. L’agone è un pesce particolarmente ricercato per le sue carni pregiate e la sua importanza nel ciclo riproduttivo dei pesci rende necessaria la protezione durante il periodo di deposizione delle uova.
L’ordinanza del sindaco Cassinelli è stata emessa con l’obiettivo di permettere ai pescatori di utilizzare i cavalletti, manufatti in legno che consentono di catturare il pesce da una certa distanza mentre si avvicina alla riva per deporre le uova. Questi cavalletti sono una parte integrante della pratica tradizionale di pesca e rappresentano una tecnica collaudata nel tempo.
Tuttavia, l’imposizione del divieto del kitesurf ha sollevato alcune critiche. Molti appassionati di questo sport acquatico considerano l’ordinanza eccessivamente restrittiva, poiché limita la loro libertà di godersi le acque della foce del torrente Varrone durante un periodo particolarmente favorevole per il kitesurf. Inoltre, anche i cittadini che spesso assistono con interesse alle operazioni di pesca si trovano privati dello spettacolo delle vele colorate che solcano l’acqua.
L’attuale divieto del kitesurf nella zona della foce del torrente Varrone fino al 31 luglio al fine di consentire la pesca all’agone ha suscitato un dibattito tra gli amanti di questo sport acquatico e coloro che apprezzano le operazioni di pesca. Mentre l’intento di proteggere le attività tradizionali è comprensibile, è importante trovare un equilibrio tra la promozione delle attività ricreative e la conservazione delle risorse naturali. Sarebbe auspicabile una maggiore consultazione tra le parti interessate per giungere a soluzioni che possano soddisfare entrambi gli interessi.
Fonte: provinciadilecco.it
A partire dal prossimo 15 giugno, un divieto di praticare il kitesurf è entrato in vigore nella zona della foce del torrente Varrone. L’ordinanza del sindaco Stefano Cassinelli mira a consentire la pesca all’agone, un’attività tradizionale che richiede l’utilizzo dei cavalletti. Tuttavia, questa restrizione ha suscitato discussioni, poiché il divieto del kitesurf viene visto come un ostacolo per gli amanti di questo sport acquatico e per coloro che godono di osservare le operazioni di pesca.
L’apertura della stagione della pesca all’agone ha portato all’istituzione di un divieto temporaneo per il kitesurf nella zona della foce del torrente Varrone. L’agone è un pesce particolarmente ricercato per le sue carni pregiate e la sua importanza nel ciclo riproduttivo dei pesci rende necessaria la protezione durante il periodo di deposizione delle uova.
L’ordinanza del sindaco Cassinelli è stata emessa con l’obiettivo di permettere ai pescatori di utilizzare i cavalletti, manufatti in legno che consentono di catturare il pesce da una certa distanza mentre si avvicina alla riva per deporre le uova. Questi cavalletti sono una parte integrante della pratica tradizionale di pesca e rappresentano una tecnica collaudata nel tempo.
Tuttavia, l’imposizione del divieto del kitesurf ha sollevato alcune critiche. Molti appassionati di questo sport acquatico considerano l’ordinanza eccessivamente restrittiva, poiché limita la loro libertà di godersi le acque della foce del torrente Varrone durante un periodo particolarmente favorevole per il kitesurf. Inoltre, anche i cittadini che spesso assistono con interesse alle operazioni di pesca si trovano privati dello spettacolo delle vele colorate che solcano l’acqua.
L’attuale divieto del kitesurf nella zona della foce del torrente Varrone fino al 31 luglio al fine di consentire la pesca all’agone ha suscitato un dibattito tra gli amanti di questo sport acquatico e coloro che apprezzano le operazioni di pesca. Mentre l’intento di proteggere le attività tradizionali è comprensibile, è importante trovare un equilibrio tra la promozione delle attività ricreative e la conservazione delle risorse naturali. Sarebbe auspicabile una maggiore consultazione tra le parti interessate per giungere a soluzioni che possano soddisfare entrambi gli interessi.
Fonte: provinciadilecco.it
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