21 Ottobre 2008

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Maui parte 2, l’arrivo di Carlo Stefanini Live From Hawaii

di: Kitesurfing Editorial Team

L’arrivo a Maui è sempre qualcosa di speciale, a partire dal transito nello supendo aeroporto di Kahului. Qui la musica hawaiiana, i profumi dell’isola, gli shop caratteristici e l’abbigliamento caratteristico degli operatori colpiscono da subito. Ma ciò che distingue maggiormente l’attitudine delle persone è la serenità, l’educazione ed il sorriso. Ecco, forse in questo la differenza con il nostro paese è abissale. Dopo aver recuperato i bagagli e salutato gli amici che sono venuti a darci il benvenuto ritiriamo la macchina a nolo, una bellissima e pratica Dodge Caliber. In particolare il sedile anteriore si piega a portafoglio in avanti e quindi sarà possibile porre le tavole da windsurf all’interno senza problemi. E così percorrendo la Hana Hyway ci rechiamo al Pu’ukoa rental ad Haiku dove alloggeremo per un mese (se ne volete sapere di più questo è il link: www.standuppaddling.it). Lungo la strada passiamo da Paia. Come definirla? In una parola, un luogo meraviglioso. Le case, tutte in legno ricordano da vicino quelle del Far West, ma la vicinanza dell’Oceano, a poche decine di metri, la presenza di shop surfistici e la presenza di tavole da windsurf, da surf, da SUP, su quasi ogni automobile non ne nasconde certo l’essenza: si tratta del cuore pulsante della North Shore di Maui. Il fascino unico di Paia è indescrivibile e la sua storia ricca di eventi a volte catastrofici, come l’incendio che nel 1930 la distrusse o lo tsunami che nel 1946 la devastò. Ma Paia rappresenta anche il tipico agglomerato sorto a supporto della (vecchia) fabbrica di lavorazione della sugar cane. In questi quindici anni che mi reco a Maui  le dimensioni della cittadina (ma definirla paesetto sarebbe meglio…) sono aumentate. Hyppies e Rasta hanno così ceduto il passo a surfisti e windsurfisti. Finalmente giungiamo ad Haiku. Per chi non lo sapesse si tratta del luogo dove la Naish Sails ha la sede amministrativa della brand e dove lavora lo Zio Robby in persona dopo che pochi anni fà si è trasferito da Oahu a Maui. La tipica trade showers parla chiaro, l’aliseo soffia e domani usciremo in windsurf. Le onde non dovrebbero mancare, è prevista una large swell con 20 hawaiian feet di onda. Attenzione, per chi non lo sapesse gli hawaiiani misurano le onde non davanti al face ma dietro. Questo perché spostandosi con le piroghe da un’isola all’altra hanno imparato a giudicare l’altezza delle onde osservandole dal dorso e non dal face. Ok, scarichiamo i bagagli, da domani si farà sul serio! La notte, a causa del jet leg (11 ore!), trascorre abbastanza bene ma solo in quanto sono circa 36 ore che non vediamo un letto. Quella successiva (la seconda…), per esperienza sarà la peggiore di tutta la vacanza, a meno di non rimanere in acqua molto a lungo ed affaticarsi per benino, due pillole di melatonina poi aiuteranno a mantenere il sonno. Il giorno dopo Maui si presenta in tutto il suo splendore. Le nubi “cotonate” tipiche del Pacifico viaggiano veloci sospinte dal forte trade wind (aliseo). Per chi non lo sapesse la direzione principale del trade è Nord Est ma capita anche che si disponga con predominanza da est ed in questo caso assume la denominazione di easterly. Il nome invece Trade (commercio) deriva dal fatto nel passato spingeva i vascelli carichi di merci verso mete lontane. Ed oggi soffia nella direzione predominante consentendo in questo caso di scegliere tutti gli spot della North Shore, ma di questo vi parlerò nella prossima parte. Un salutone a tutti ed Aloha.

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