10 Agosto 2010

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La Repubblica.it parla di noi, del kitesurf e della sua diffusione

di: Redazione Kitesurfing

La Repubblica.it parla di noi, un articolo scritto da Giusi Spica.

L’articolo, parla del kitesurf sia in Italia che all’estero, spaziando da storia e tecniche, dove in Italia, all’estero, chi lo praticaquanto costa, info utili.

Lo sport “acquatico” dell’estate: con la tavola a “passeggio” sulle onde, trainati da un parapendio. Divertimento sicuro anche con brezze minime. Dove praticarlo, in Italia e all’estero

Un aquilone, una tavola da surf e, ovviamente, tanta adrenalina: basta poco per provare l’emozione di solcare il mare trainati dal vento e spiccare il volo sull’acqua mimando la danza frenetica dei gabbiani. Lo sport dell’estate si chiama kitesurf. E’ un ibrido perfetto tra surf, windsurf, wakeboard e parapendio. L’ideale per chi anche in vacanza non riesce a rinunciare all’ attività fisica. Nelle spiagge italiane lo praticano a livello amatoriale fino a 15 mila persone nella stagione estiva, ogni anno si vendono in media 10 mila ali. Per imparare a cavalcare la tavola basta un corso base di 16 ore, offerto in quasi tutte le località di mare.

Storia e tecniche. Il kitesurf è l’ultimo nato tra le discipline sportive acquatiche.  E’ stato codificato da due fratelli francesi, Dominique e Bruno Legaignoux, ma il successo lo ha avuto nelle calde e ventose acque delle Hawaii nel 1999. Per praticarlo, occorrono una tavola e un aquilone (kite o ala) manovrato mediante una barra di controllo collegata con due, quattro, o più cavi lunghi e sottili in dyneema. Basta seguire un breve corso con istruttori specializzati per un minimo di 16 ore, indossare l’attrezzatura necessaria, assicurarsi che soffi un vento compreso tra i 12 e i 30 nodi e il gioco è fatto.

A differenza del windsurf, il kite si può praticare con venti deboli, usando aquiloni di dimensioni più grandi. Con le condizioni ideali è possibile cavalcare le onde in tutta sicurezza, planando semplicemente (freeriding) o compiendo quelle che in gergo si chiamano evoluzioni o tricks (frestyle). Un corso di 15/16 ore fornisce le basi per un inizio della pratica sicura ed autonoma. Ma attenti ad affidarsi alle scuole giuste: per i non esperti gli incidenti sono sempre dietro l’angolo. Anzi, dietro l’onda.

Dove in Italia. Quasi tutte le zone di mare turistiche dispongono di centri di Kitesurf, ma naturalmente vanno per la maggiore le località ventose. Tra le isole, regina italiana è la Sardegna. Le coste ideali, sempre lambite dai venti, sono Porto Pollo al nord e Baia Chia al Sud. In pole-position anche la Sicilia con Messina, Cefalù e Mazzara del Vallo in testa. In Calabria il podio spetta a Gizzeria Lido e Steccato nel mar Ionio. Si difende anche la Puglia, che può vantare località come Porto Cesareo e Vieste. Se il sud del paese rimane la meta ideale per gli appassionati di kitesurf, anche al centro e al Nord la disciplina è molto apprezzata. Soprattutto nel Lazio: al lido di Latina, San Felice e Terracina sono tantissimi i praticanti o i semplici spettatori che si riversano sulle spiagge per ammirare le prodezze dei rider in acqua mentre colorano il paesaggio con le loro vele funamboliche. Anche in Toscana c’è una buona tradizione: a inaugurarla i lidi di Marina di Grosseto e Talamone. Non solo mare però. Anche i laghi possono offrire una location comoda e sicura. I primi a proporre ai visitatori corsi e spettacoli di kitesurf sono stati il Lago di Como ed il Lago di Garda.

All’estero. Fuori dall’Italia, si spalanca un ventaglio infinito di mete. Le più ambite sono i paradisi del Mar Rosso: le sue brezze estive lo rendono uno dei luoghi privilegiati. Ma i rider italiani preferiscono di gran lunga le isole di Capoverde, con le sue spiagge bianchissime e il mare cristallino tutto l’anno. Bene anche le isole Canarie e il nord-est del Brasile, ventosissimo da giugno a febbraio. Tra le mete più insolite, il Kenya, il Sud Africa, Costa Rica, la Tanzania, Messico, e naturalmente, la Mecca del Kitesurf: le isole Hawaii.

Chi lo pratica. Secondo i dati kitesurfing.it, il primo portale italiano del kitesurf, sono circa 150 i rider “professionisti” che partecipano alle gare mentre i praticanti si aggirano intorno 15.000. Nel nostro Paese si vendono circa 10.000 ali all’anno. Numeri destinati a crescere: “il kitesurf – spiega Antonio Gaudini, presidente dell’Associazione Kitesurf italia – si fa molto notare perchè è una disciplina spettacolare. Proprio per questo incuriosisce e capita che anche i meno coraggiosi si decidano a provarlo. Il suo successo dipende dal fatto che è tutti gli sport acuatici messi insieme”.

Quanto costa. Un corso base di 6 lezione ha un corso che varia dai 300 ai 350 euro, per una durata di circa 16 ore. Il tempo necessario per conoscere le misure di sicurezza e per iniziare a fare i primi bordi. Un’attrezzatura completa costa circa 2000 euro. Nelle più importanti località di villeggiatura è possibile noleggiarlo per 70 euro al giorno.

Per l’articolo completo clicca su more info

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L’articolo, parla del kitesurf sia in Italia che all’estero, spaziando da storia e tecniche, dove in Italia, all’estero, chi lo praticaquanto costa, info utili.

Lo sport “acquatico” dell’estate: con la tavola a “passeggio” sulle onde, trainati da un parapendio. Divertimento sicuro anche con brezze minime. Dove praticarlo, in Italia e all’estero

Un aquilone, una tavola da surf e, ovviamente, tanta adrenalina: basta poco per provare l’emozione di solcare il mare trainati dal vento e spiccare il volo sull’acqua mimando la danza frenetica dei gabbiani. Lo sport dell’estate si chiama kitesurf. E’ un ibrido perfetto tra surf, windsurf, wakeboard e parapendio. L’ideale per chi anche in vacanza non riesce a rinunciare all’ attività fisica. Nelle spiagge italiane lo praticano a livello amatoriale fino a 15 mila persone nella stagione estiva, ogni anno si vendono in media 10 mila ali. Per imparare a cavalcare la tavola basta un corso base di 16 ore, offerto in quasi tutte le località di mare.

Storia e tecniche. Il kitesurf è l’ultimo nato tra le discipline sportive acquatiche.  E’ stato codificato da due fratelli francesi, Dominique e Bruno Legaignoux, ma il successo lo ha avuto nelle calde e ventose acque delle Hawaii nel 1999. Per praticarlo, occorrono una tavola e un aquilone (kite o ala) manovrato mediante una barra di controllo collegata con due, quattro, o più cavi lunghi e sottili in dyneema. Basta seguire un breve corso con istruttori specializzati per un minimo di 16 ore, indossare l’attrezzatura necessaria, assicurarsi che soffi un vento compreso tra i 12 e i 30 nodi e il gioco è fatto.

A differenza del windsurf, il kite si può praticare con venti deboli, usando aquiloni di dimensioni più grandi. Con le condizioni ideali è possibile cavalcare le onde in tutta sicurezza, planando semplicemente (freeriding) o compiendo quelle che in gergo si chiamano evoluzioni o tricks (frestyle). Un corso di 15/16 ore fornisce le basi per un inizio della pratica sicura ed autonoma. Ma attenti ad affidarsi alle scuole giuste: per i non esperti gli incidenti sono sempre dietro l’angolo. Anzi, dietro l’onda.

Dove in Italia. Quasi tutte le zone di mare turistiche dispongono di centri di Kitesurf, ma naturalmente vanno per la maggiore le località ventose. Tra le isole, regina italiana è la Sardegna. Le coste ideali, sempre lambite dai venti, sono Porto Pollo al nord e Baia Chia al Sud. In pole-position anche la Sicilia con Messina, Cefalù e Mazzara del Vallo in testa. In Calabria il podio spetta a Gizzeria Lido e Steccato nel mar Ionio. Si difende anche la Puglia, che può vantare località come Porto Cesareo e Vieste. Se il sud del paese rimane la meta ideale per gli appassionati di kitesurf, anche al centro e al Nord la disciplina è molto apprezzata. Soprattutto nel Lazio: al lido di Latina, San Felice e Terracina sono tantissimi i praticanti o i semplici spettatori che si riversano sulle spiagge per ammirare le prodezze dei rider in acqua mentre colorano il paesaggio con le loro vele funamboliche. Anche in Toscana c’è una buona tradizione: a inaugurarla i lidi di Marina di Grosseto e Talamone. Non solo mare però. Anche i laghi possono offrire una location comoda e sicura. I primi a proporre ai visitatori corsi e spettacoli di kitesurf sono stati il Lago di Como ed il Lago di Garda.

All’estero. Fuori dall’Italia, si spalanca un ventaglio infinito di mete. Le più ambite sono i paradisi del Mar Rosso: le sue brezze estive lo rendono uno dei luoghi privilegiati. Ma i rider italiani preferiscono di gran lunga le isole di Capoverde, con le sue spiagge bianchissime e il mare cristallino tutto l’anno. Bene anche le isole Canarie e il nord-est del Brasile, ventosissimo da giugno a febbraio. Tra le mete più insolite, il Kenya, il Sud Africa, Costa Rica, la Tanzania, Messico, e naturalmente, la Mecca del Kitesurf: le isole Hawaii.

Chi lo pratica. Secondo i dati kitesurfing.it, il primo portale italiano del kitesurf, sono circa 150 i rider “professionisti” che partecipano alle gare mentre i praticanti si aggirano intorno 15.000. Nel nostro Paese si vendono circa 10.000 ali all’anno. Numeri destinati a crescere: “il kitesurf – spiega Antonio Gaudini, presidente dell’Associazione Kitesurf italia – si fa molto notare perchè è una disciplina spettacolare. Proprio per questo incuriosisce e capita che anche i meno coraggiosi si decidano a provarlo. Il suo successo dipende dal fatto che è tutti gli sport acuatici messi insieme”.

Quanto costa. Un corso base di 6 lezione ha un corso che varia dai 300 ai 350 euro, per una durata di circa 16 ore. Il tempo necessario per conoscere le misure di sicurezza e per iniziare a fare i primi bordi. Un’attrezzatura completa costa circa 2000 euro. Nelle più importanti località di villeggiatura è possibile noleggiarlo per 70 euro al giorno.

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