23 Luglio 2015

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Mondiale Freestyle: IKA e PKRA ai ferri corti

di: Kitesurfing Editorial Team

L’IKA termina i rapporti commerciali con il PKRA

Il 19 luglio scorso l’International Kiteboarding Association ha concluso gli accordi con l’azienda che gestisce le competizioni per l’assegnazione dei titoli mondiali per la disciplina del Freestyle. Una decisione che avrà pesanti ripercussioni.

Brutte notizie per il circuito mondiale di freestyle. Il 19 luglio scorso l’International Kiteboarding Association (IKA) ha annunciato di avere concluso il contratto con il PKRA/VKWC. Una decisione bomba destinata ad avere importanti riflessi non solo sulle competizioni in corso e le relative classifiche del Tour Mondiale 2015, ma sul destino stesso del circuito per i prossimi anni nonché sui rapporti tra lo stesso PKRA/VKWC e l’ISAF.

I protagonisti in campo: chi fa cosa

Prima di capire esattamente cosa è successo facciamo un pò di chiarezza sui protagonisti di questa vicenda e il loro ruolo.

L’ISAF, ossia la Federazione Internazionale di vela, è l’organo riconosciuto dal Comitato Internazionale Olimpico che governa a livello mondiale lo sport velico, kitesurf compreso.

L’IKA è l’Associazione Internazionale Kiteboarding, un’organizzazione no-profit che nel 2008 è stata designata a mettere insieme le associazioni di kite dei singoli Paesi e lavorare insieme per l’evoluzione della disciplina. Inoltre l’ISAF che detiene i diritti sui titoli agonistici internazionali e le ranking list ufficiali degli atleti ha affidato all’IKA la gestione dei titoli per il kiteboarding compreso quello di campione mondiale Freestyle.

Il PKRA infine, ossia la Professional Kiteboard Riders Association, è un’azienda privata che dal 2009 ha avuto il mandato contrattuale dall’IKA per gestire gli eventi internazionali finalizzati alla conquista dei titoli mondiali di kitesurf. Da qualche mese peraltro con l’ingresso dello sponsor Virgin di Sir Richard Branson e del marchio Zed (una multinazionale spagnola fondata da Javier Perez Dolset con investimenti nel brand Best kiteboarding), il PKRA è diventato ufficialmente VKWC, ossia Virgin Kitesurf Wold Championships.

Le ragioni della disputa contrattuale

Quando il PKRA ha venduto i diritti del tour mondiale alla VKWC, l’IKA ha avuto l’incarico di stipulare nuovi accordi con lo stesso PKRA sia per ufficializzare il nuovo rapporto commerciale sia per aggiornare e migliorare i criteri di punteggio e qualificazione delle gare, secondo parametri di chiarezza e trasparenza nei confronti degli atleti. Siccome Il PKRA non ha attuato gli aggiornamenti proposti né aderito alle nuove disposizioni proposte, l’IKA ha deciso di concludere tutti i contratti con il PKRA con effetto immediato. Che significa? Che le prossime due tappe del Tour Mondiale 2015, Fuerteventura e Sankt Peter Ording, non saranno più gestite da PKRA/VKWC ma dall’IKA con evidenti ripercussioni su modalità di gara, atleti, rapporti commerciali con i brand e copertura mediatica del circuito. Ma in ballo c’è molto di più e per ora non rimane che aspettare l’evoluzione degli eventi. Certo è che queste dispute legali rischiano di penalizzare l’evoluzione di una disciplina agonistica giovane come il kitesurf ma con un potenziale enorme. Gli interessi economici in gioco sono esplosivi, ecco perché prima o poi qualcosa scoppia.

Articolo redatto da
DAVID INGIOSI
Ufficiostampa@kitesurfing.it

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Brutte notizie per il circuito mondiale di freestyle. Il 19 luglio scorso l’International Kiteboarding Association (IKA) ha annunciato di avere concluso il contratto con il PKRA/VKWC. Una decisione bomba destinata ad avere importanti riflessi non solo sulle competizioni in corso e le relative classifiche del Tour Mondiale 2015, ma sul destino stesso del circuito per i prossimi anni nonché sui rapporti tra lo stesso PKRA/VKWC e l’ISAF.

I protagonisti in campo: chi fa cosa

Prima di capire esattamente cosa è successo facciamo un pò di chiarezza sui protagonisti di questa vicenda e il loro ruolo.

L’ISAF, ossia la Federazione Internazionale di vela, è l’organo riconosciuto dal Comitato Internazionale Olimpico che governa a livello mondiale lo sport velico, kitesurf compreso.

L’IKA è l’Associazione Internazionale Kiteboarding, un’organizzazione no-profit che nel 2008 è stata designata a mettere insieme le associazioni di kite dei singoli Paesi e lavorare insieme per l’evoluzione della disciplina. Inoltre l’ISAF che detiene i diritti sui titoli agonistici internazionali e le ranking list ufficiali degli atleti ha affidato all’IKA la gestione dei titoli per il kiteboarding compreso quello di campione mondiale Freestyle.

Il PKRA infine, ossia la Professional Kiteboard Riders Association, è un’azienda privata che dal 2009 ha avuto il mandato contrattuale dall’IKA per gestire gli eventi internazionali finalizzati alla conquista dei titoli mondiali di kitesurf. Da qualche mese peraltro con l’ingresso dello sponsor Virgin di Sir Richard Branson e del marchio Zed (una multinazionale spagnola fondata da Javier Perez Dolset con investimenti nel brand Best kiteboarding), il PKRA è diventato ufficialmente VKWC, ossia Virgin Kitesurf Wold Championships.

Le ragioni della disputa contrattuale

Quando il PKRA ha venduto i diritti del tour mondiale alla VKWC, l’IKA ha avuto l’incarico di stipulare nuovi accordi con lo stesso PKRA sia per ufficializzare il nuovo rapporto commerciale sia per aggiornare e migliorare i criteri di punteggio e qualificazione delle gare, secondo parametri di chiarezza e trasparenza nei confronti degli atleti. Siccome Il PKRA non ha attuato gli aggiornamenti proposti né aderito alle nuove disposizioni proposte, l’IKA ha deciso di concludere tutti i contratti con il PKRA con effetto immediato. Che significa? Che le prossime due tappe del Tour Mondiale 2015, Fuerteventura e Sankt Peter Ording, non saranno più gestite da PKRA/VKWC ma dall’IKA con evidenti ripercussioni su modalità di gara, atleti, rapporti commerciali con i brand e copertura mediatica del circuito. Ma in ballo c’è molto di più e per ora non rimane che aspettare l’evoluzione degli eventi. Certo è che queste dispute legali rischiano di penalizzare l’evoluzione di una disciplina agonistica giovane come il kitesurf ma con un potenziale enorme. Gli interessi economici in gioco sono esplosivi, ecco perché prima o poi qualcosa scoppia.

Articolo redatto da
DAVID INGIOSI
Ufficiostampa@kitesurfing.it

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