Conto alla rovescia per i Campionati del Mondo…
I Campionati del Mondo di Kitefoil 2024 apriranno sabato 11 maggio a Hyères, sulla spiaggia dei Vieux Salins.
10 Maggio 2024
30 Aprile 2015
L’esperienza curiosa di un appassionato rider di Palermo, Mauro Busalacchi, che ha trovato una perfetta sintonia con le ali del celebre brand statunitense e instaurato un rapporto di fedeltà e amicizia con la Rabbit Gang che va oltre le uscite in acqua.
Negli ultimi anni la rapida evoluzione delle attrezzature da kitesurf ha portato il mercato internazionale a offrire alla comunità di rider prodotti sempre più efficienti, ergonomici e sicuri. L’altra faccia della medaglia è una certa omologazione di ali e tavole dei principali brand, sia nella scelta di materiali che nella tipologia di shape proposti. Le ragioni di questa uniformità creativa sono diverse: il rispetto di alcuni standard di sicurezza ormai inderogabili, l’uso di software specifici per la progettazione, la produzione seriale, il ricorso generalizzato a fabbriche e manodopera dei Paesi asiatici, le stesse dinamiche di distribuzione e vendita al dettaglio ormai simili per tutte le case produttrici.
Eppure nonostante il livellamento tecnico diffuso delle attrezzature, i margini di originalità all’interno dei vari cataloghi stagionali dei “giocattoli da kiter” rimangono ancora piuttosto ampi, per esempio nella filosofia che identifica ciascun brand oppure per le grafiche o ancora per le varie strategie di marketing messe a punto. Oltre al fatto che accanto a grandi marchi il mercato propone anche prodotti custom di piccoli laboratori artigianali che magari a fatica mantengono saldi i loro avamposti produttivi. Ciò spiega come mai alla fine sulle spiagge si vedono tante attrezzature diverse, almeno nei dettagli, ma spiega anche come alcuni kiter rimangono per così dire affezionati a determinati brand e difficilmente, quando si tratta di aggiornare le proprie attrezzature, si rivolgono altrove.
Per la “Boss” è stato un colpo di fulmine
Per alcuni kiter poi il rapporto con la propria attrezzatura è addirittura più profondo, quasi viscerale, insomma di vera empatia. È il caso per esempio di Mauro Busalacchi, un rider di Palermo con diversi anni di esperienza alla spalle e una passione sconfinata per il kitesurf. Per lui le sue ali Wainman Hawaii sono qualcosa di più che semplici attrezzature e gadget sportivi, ma addirittura oggetti del desiderio da amare e onorare a ogni uscita.
“Dopo essermi avvicinato agli sport acquatici nel 2000 cominciando con il windsurf e frequentando il circolo velico Albaria di Mondello (Pa) Â- spiega Mauro – intorno al 2007 ho iniziato a praticare il kitesurf approfittando di quella splendida “palestra a cielo aperto” che è lo Stagnone di Trapani. Dopo il classico corso base e l’acquisto di materiali nuovi e usati, un giorno durante un’uscita ebbi una sorta di visione, qualcosa di innovativo e originale che mi incuriosì particolarmente: era un’ala con una forma a delta, senza tip e solo 3 struts; il suo nome era Boss della Wainman Hawaii. Volava al comando di quello che poi è diventato il distributore unico per l’Italia, Luigi La Barbera (detto Gegè), insieme al suo socio Sergio Tagni. Ho tirato giù la mia ala e gli ho subito chiesto se potevo provarla. Avevano appena iniziato a distribuirla in Italia e io dopo quella prova ero talmente entusiasta che fui il primo ad acquistarla”.
Fiero di essere uno della “Rabbit Gang”
Mauro Busalacchi non è un atleta o un campione di Freestyle, né tantomeno un promoter. È un rider comune come tanti di noi che nel corso degli anni ha provato diverse attrezzature prima di trovare quella che poi lo ha veramente conquistato e la sua esperienza è la testimonianza di quanto un brand, le sue ali, gli accessori e il suo appeal, anche in un mercato omologato possano colpire la mente e arrivare dritti al cuore di un kiter.
“Col tempo mi sono affinato nella tecnica del kite – continua a raccontare Mauro – ma mi è venuta voglia anche di conoscere meglio questo ambiente, interessandomi all’evoluzione della disciplina, dei materiali, della comunità di kiter. E devo dire che un aspetto di Wainman Hawaii che mi ha spinto ad amarlo è la sensazione di entrare a far parte di una vera e propria tribù, la cosiddetta Rabbit Gang, sparsa per il mondo ma alimentata da valori comuni e sempre pronta ad accogliere altri rider”.
Lou Wainman, un mito da Maui allo Stagnone
La curiosità di Mauro verso Wainman lo ha spinto a documentarsi sulla storia di questo brand nato negli Stati Uniti per mano di un genio di nome Lou Wainman che, trasferitosi a Maui per amore dell’oceano, all’inizio della carriera si cuciva i kite da solo e costruiva le proprie tavole con pezzi di tavolini.
“La storia di questo personaggio mi ha sempre entusiasmato – prosegue Mauro – ho letto di lui e l’ho addirittura contattato, chattando più volte con Lou alle 4 di mattina per via del fuso orario con le Hawaii; alla fine grazie a Gegè e Sergio l’ho pure incontrato proprio qui allo Stagnone durante un evento dedicato al brand e al suo team di campioni. Questo contatto fisico, e per me che sono uno spirito romantico, anche un po’ sentimentale, mi ha fatto innamorare sempre di più dei miei kite. Sono fiero di non chiamarli mai per numero di misura, ma per nome come Boss, Gypsy, Smoke, Bunny, etc. Ne ho seguito l’evoluzione prima utilizzando la Serie 2.0, poi la 3.0, sempre apprezzando le nuove barre, le migliorie tecnologiche, le grafiche ricercate: basti pensare alla celebre linea “ManiaC” con i due occhi giganti e misteriosi che troneggiano sulle ali. Non dimentichiamo poi che le ali Wainman sono le uniche al mondo ad essere stampate su entrambi i lati. Per non parlare delle bellissime linee colorate per agevolare il rider quando arma l’ala, e ancora le linee prestirate, cerate e realizzate in Dynema di ultima generazione“.
Manutenzione maniacale e assistenza “sotto casa”
L’amore di Mauro per le proprie ali si traduce anche nell’attenzione con cui le tratta. “Le curo come se fossero dei figli – afferma – e dopo ogni uscita risciacquo sempre tutti i componenti con acqua dolce, controllo di piegarli bene e mentre faccio questo ispeziono tutte le parti più sollecitate e ne accerto lo stato d’usura. Non sono sicuramente l’unico rider a fare questo, ma la mia attenzione è maniacale e alimentata da un vero sentimento di rispetto e di affetto”.
Del resto Mauro può contare anche sulla presenza proprio allo Stagnone dell’importatore italiano. “L’assistenza è immediata ed eccellente – racconta – in genere non manca mai nulla e se pure non è disponibile qualcosa basta un’e-mail o una telefonata e vengo sempre accontentato nel migliore dei modi. Alla fine più che una tribù o una gang per me lo shop di Gegè rappresenta una famiglia di amici con cui vado a cena fuori, festeggio i compleanni, passo le giornate senza vento ridendo e scherzando“.
Premio fedeltà : due minuti di celebritÃ
La passione di Mauro per Wainman lo ha portato spesso in giro per incontrare altri rider e partecipare a eventi nazionali, come per esempio l’Event-One organizzato qualche anno fa alla Rambla di Maccarese (Roma) insieme al mitico Stefano Viscuso con Tommaso Caldani e Alessio Alferoni. Anche la sua presenza assidua nei social network sempre curioso di post, video e news del brand a un certo punto lo ha premiato. Un giorno sulla pagina ufficiale di Wainman Hawaii Cabarete viene pubblicato un post a lui dedicato con tanto di foto e un messaggio di riconoscenza per l’entusiasmo e l’affetto con cui segue e sostiene il brand. L’emozione quella volta è stata davvero tanta per Mauro e si avverte, quando racconta l’episodio, la sua genuina soddisfazione di rider comune che ha avuto i suoi due minuti di celebrità .
Parla il distributore: “Attrezzature versatili e sempre aggiornate”
Mauro sicuramente è un kiter speciale, ma non è l’unico italiano a utilizzare le ali Wainman che sul nostro territorio hanno ormai una presenza costante e una diffusione di lunga data. Ne parliamo proprio con Luigi La Barbera, il distributore italiano ufficiale (www.fdmdistribution.com).
– Da quanto tempo Gegé lavori con Wainman?
«Praticamente da quando è nato il marchio, cioè dal 2007».
– Qual’è la filosofia di questo brand e che rapporto hanno con la distribuzione internazionale?
«L’azienda è nata da un gruppo di amici kiter che praticano la disciplina e ne seguono l’evoluzione, quindi è pensata per soddisfare le esigenze dei rider. La filosofia è quella del soul surfer impersonificata proprio dall’ideatore Lou Wainman. Con me e con gli altri distributori dei vari Paesi il rapporto è quello di una grande famiglia».
– Qual’è il prototipo di rider al quale si rivolgono?
«Dal waver incallito al freestyler radicale. L’attrezzatura Wainman è concepita per essere versatile: basta infatti spostare il trim e le ali si adattano a utilizzi diversi. Peraltro dal 2007 tutte le ali hanno sempre subito modifiche e migliorie con un’evoluzione costante, ma fedele all’idea iniziale. Un progetto vincente si deve perfezionare, ma non stravolgere».
– Quali sono le novità della stagione 2015?
«Wainman ha lanciato la linea di ali RG 3.0 che sono kite all-around wakestyle progettati per essere semplici da gestire ed efficienti in qualsiasi condizione. Per garantire questo come per tutti i kite della serie ogni singola misura è costruita separatamente e non semplicemente riportata in scala a dimensioni. Sono 7 le misure disponibili: Bunny (5 m) Gypsy (6.25 m), Mr Green (7.5 m), Smoke (9 m), Punch (10.5 m), Boss (12 m) e Big Mama (14.5m). Oltre alle ali poi sono usciti nuovi surfini e nuove tavole twintip».
– Per chi è interessato dove è possibile provare le attrezzature?
«Il nostro test center principale è allo Stagnone di Trapani che copre il centro e il Sud Italia, poi c’è un radical spot a Sottomarina (Ve) per chi risiede al Nord».
Insomma questa è la filosofia di Wainman Hawaii e l’esperienza un po’ fuori dal comune di completa sintonia e dedizione alle sue attrezzature da parte di Mauro Busalacchi a cui questo brand hawaiiano ha certamente cambiato un po’ la vita. E voi? Amate i vostri kite? Ma soprattutto, ne siete ricambiati?
Articolo redatto da
DAVID INGIOSI
Giornalista e Videoreporter
ufficiostampa@kitesurfing.it
L’esperienza curiosa di un appassionato rider di Palermo, Mauro Busalacchi, che ha trovato una perfetta sintonia con le ali del celebre brand statunitense e instaurato un rapporto di fedeltà e amicizia con la Rabbit Gang che va oltre le uscite in acqua.
Negli ultimi anni la rapida evoluzione delle attrezzature da kitesurf ha portato il mercato internazionale a offrire alla comunità di rider prodotti sempre più efficienti, ergonomici e sicuri. L’altra faccia della medaglia è una certa omologazione di ali e tavole dei principali brand, sia nella scelta di materiali che nella tipologia di shape proposti. Le ragioni di questa uniformità creativa sono diverse: il rispetto di alcuni standard di sicurezza ormai inderogabili, l’uso di software specifici per la progettazione, la produzione seriale, il ricorso generalizzato a fabbriche e manodopera dei Paesi asiatici, le stesse dinamiche di distribuzione e vendita al dettaglio ormai simili per tutte le case produttrici.
Eppure nonostante il livellamento tecnico diffuso delle attrezzature, i margini di originalità all’interno dei vari cataloghi stagionali dei “giocattoli da kiter” rimangono ancora piuttosto ampi, per esempio nella filosofia che identifica ciascun brand oppure per le grafiche o ancora per le varie strategie di marketing messe a punto. Oltre al fatto che accanto a grandi marchi il mercato propone anche prodotti custom di piccoli laboratori artigianali che magari a fatica mantengono saldi i loro avamposti produttivi. Ciò spiega come mai alla fine sulle spiagge si vedono tante attrezzature diverse, almeno nei dettagli, ma spiega anche come alcuni kiter rimangono per così dire affezionati a determinati brand e difficilmente, quando si tratta di aggiornare le proprie attrezzature, si rivolgono altrove.
Per la “Boss” è stato un colpo di fulmine
Per alcuni kiter poi il rapporto con la propria attrezzatura è addirittura più profondo, quasi viscerale, insomma di vera empatia. È il caso per esempio di Mauro Busalacchi, un rider di Palermo con diversi anni di esperienza alla spalle e una passione sconfinata per il kitesurf. Per lui le sue ali Wainman Hawaii sono qualcosa di più che semplici attrezzature e gadget sportivi, ma addirittura oggetti del desiderio da amare e onorare a ogni uscita.
“Dopo essermi avvicinato agli sport acquatici nel 2000 cominciando con il windsurf e frequentando il circolo velico Albaria di Mondello (Pa) Â- spiega Mauro – intorno al 2007 ho iniziato a praticare il kitesurf approfittando di quella splendida “palestra a cielo aperto” che è lo Stagnone di Trapani. Dopo il classico corso base e l’acquisto di materiali nuovi e usati, un giorno durante un’uscita ebbi una sorta di visione, qualcosa di innovativo e originale che mi incuriosì particolarmente: era un’ala con una forma a delta, senza tip e solo 3 struts; il suo nome era Boss della Wainman Hawaii. Volava al comando di quello che poi è diventato il distributore unico per l’Italia, Luigi La Barbera (detto Gegè), insieme al suo socio Sergio Tagni. Ho tirato giù la mia ala e gli ho subito chiesto se potevo provarla. Avevano appena iniziato a distribuirla in Italia e io dopo quella prova ero talmente entusiasta che fui il primo ad acquistarla”.
Fiero di essere uno della “Rabbit Gang”
Mauro Busalacchi non è un atleta o un campione di Freestyle, né tantomeno un promoter. È un rider comune come tanti di noi che nel corso degli anni ha provato diverse attrezzature prima di trovare quella che poi lo ha veramente conquistato e la sua esperienza è la testimonianza di quanto un brand, le sue ali, gli accessori e il suo appeal, anche in un mercato omologato possano colpire la mente e arrivare dritti al cuore di un kiter.
“Col tempo mi sono affinato nella tecnica del kite – continua a raccontare Mauro – ma mi è venuta voglia anche di conoscere meglio questo ambiente, interessandomi all’evoluzione della disciplina, dei materiali, della comunità di kiter. E devo dire che un aspetto di Wainman Hawaii che mi ha spinto ad amarlo è la sensazione di entrare a far parte di una vera e propria tribù, la cosiddetta Rabbit Gang, sparsa per il mondo ma alimentata da valori comuni e sempre pronta ad accogliere altri rider”.
Lou Wainman, un mito da Maui allo Stagnone
La curiosità di Mauro verso Wainman lo ha spinto a documentarsi sulla storia di questo brand nato negli Stati Uniti per mano di un genio di nome Lou Wainman che, trasferitosi a Maui per amore dell’oceano, all’inizio della carriera si cuciva i kite da solo e costruiva le proprie tavole con pezzi di tavolini.
“La storia di questo personaggio mi ha sempre entusiasmato – prosegue Mauro – ho letto di lui e l’ho addirittura contattato, chattando più volte con Lou alle 4 di mattina per via del fuso orario con le Hawaii; alla fine grazie a Gegè e Sergio l’ho pure incontrato proprio qui allo Stagnone durante un evento dedicato al brand e al suo team di campioni. Questo contatto fisico, e per me che sono uno spirito romantico, anche un po’ sentimentale, mi ha fatto innamorare sempre di più dei miei kite. Sono fiero di non chiamarli mai per numero di misura, ma per nome come Boss, Gypsy, Smoke, Bunny, etc. Ne ho seguito l’evoluzione prima utilizzando la Serie 2.0, poi la 3.0, sempre apprezzando le nuove barre, le migliorie tecnologiche, le grafiche ricercate: basti pensare alla celebre linea “ManiaC” con i due occhi giganti e misteriosi che troneggiano sulle ali. Non dimentichiamo poi che le ali Wainman sono le uniche al mondo ad essere stampate su entrambi i lati. Per non parlare delle bellissime linee colorate per agevolare il rider quando arma l’ala, e ancora le linee prestirate, cerate e realizzate in Dynema di ultima generazione“.
Manutenzione maniacale e assistenza “sotto casa”
L’amore di Mauro per le proprie ali si traduce anche nell’attenzione con cui le tratta. “Le curo come se fossero dei figli – afferma – e dopo ogni uscita risciacquo sempre tutti i componenti con acqua dolce, controllo di piegarli bene e mentre faccio questo ispeziono tutte le parti più sollecitate e ne accerto lo stato d’usura. Non sono sicuramente l’unico rider a fare questo, ma la mia attenzione è maniacale e alimentata da un vero sentimento di rispetto e di affetto”.
Del resto Mauro può contare anche sulla presenza proprio allo Stagnone dell’importatore italiano. “L’assistenza è immediata ed eccellente – racconta – in genere non manca mai nulla e se pure non è disponibile qualcosa basta un’e-mail o una telefonata e vengo sempre accontentato nel migliore dei modi. Alla fine più che una tribù o una gang per me lo shop di Gegè rappresenta una famiglia di amici con cui vado a cena fuori, festeggio i compleanni, passo le giornate senza vento ridendo e scherzando“.
Premio fedeltà : due minuti di celebritÃ
La passione di Mauro per Wainman lo ha portato spesso in giro per incontrare altri rider e partecipare a eventi nazionali, come per esempio l’Event-One organizzato qualche anno fa alla Rambla di Maccarese (Roma) insieme al mitico Stefano Viscuso con Tommaso Caldani e Alessio Alferoni. Anche la sua presenza assidua nei social network sempre curioso di post, video e news del brand a un certo punto lo ha premiato. Un giorno sulla pagina ufficiale di Wainman Hawaii Cabarete viene pubblicato un post a lui dedicato con tanto di foto e un messaggio di riconoscenza per l’entusiasmo e l’affetto con cui segue e sostiene il brand. L’emozione quella volta è stata davvero tanta per Mauro e si avverte, quando racconta l’episodio, la sua genuina soddisfazione di rider comune che ha avuto i suoi due minuti di celebrità .
Parla il distributore: “Attrezzature versatili e sempre aggiornate”
Mauro sicuramente è un kiter speciale, ma non è l’unico italiano a utilizzare le ali Wainman che sul nostro territorio hanno ormai una presenza costante e una diffusione di lunga data. Ne parliamo proprio con Luigi La Barbera, il distributore italiano ufficiale (www.fdmdistribution.com).
– Da quanto tempo Gegé lavori con Wainman?
«Praticamente da quando è nato il marchio, cioè dal 2007».
– Qual’è la filosofia di questo brand e che rapporto hanno con la distribuzione internazionale?
«L’azienda è nata da un gruppo di amici kiter che praticano la disciplina e ne seguono l’evoluzione, quindi è pensata per soddisfare le esigenze dei rider. La filosofia è quella del soul surfer impersonificata proprio dall’ideatore Lou Wainman. Con me e con gli altri distributori dei vari Paesi il rapporto è quello di una grande famiglia».
– Qual’è il prototipo di rider al quale si rivolgono?
«Dal waver incallito al freestyler radicale. L’attrezzatura Wainman è concepita per essere versatile: basta infatti spostare il trim e le ali si adattano a utilizzi diversi. Peraltro dal 2007 tutte le ali hanno sempre subito modifiche e migliorie con un’evoluzione costante, ma fedele all’idea iniziale. Un progetto vincente si deve perfezionare, ma non stravolgere».
– Quali sono le novità della stagione 2015?
«Wainman ha lanciato la linea di ali RG 3.0 che sono kite all-around wakestyle progettati per essere semplici da gestire ed efficienti in qualsiasi condizione. Per garantire questo come per tutti i kite della serie ogni singola misura è costruita separatamente e non semplicemente riportata in scala a dimensioni. Sono 7 le misure disponibili: Bunny (5 m) Gypsy (6.25 m), Mr Green (7.5 m), Smoke (9 m), Punch (10.5 m), Boss (12 m) e Big Mama (14.5m). Oltre alle ali poi sono usciti nuovi surfini e nuove tavole twintip».
– Per chi è interessato dove è possibile provare le attrezzature?
«Il nostro test center principale è allo Stagnone di Trapani che copre il centro e il Sud Italia, poi c’è un radical spot a Sottomarina (Ve) per chi risiede al Nord».
Insomma questa è la filosofia di Wainman Hawaii e l’esperienza un po’ fuori dal comune di completa sintonia e dedizione alle sue attrezzature da parte di Mauro Busalacchi a cui questo brand hawaiiano ha certamente cambiato un po’ la vita. E voi? Amate i vostri kite? Ma soprattutto, ne siete ricambiati?
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